Strategie intelligenti

Le diverse applicazioni dell’IA aprono opportunità nuove anche per il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità ambientale

Mario Cardoni 

Direttore Generale Federmanager

La doppia transizione, digitale e ambientale, che tutti noi siamo chiamati a interpretare e gestire non viaggia su rette parallele, ma ha continui punti di intersezione, di dialogo, di confronto. Ne è un esempio il tumultuoso sviluppo dell’intelligenza artificiale (IA) e delle sue diverse applicazioni che rappresenta un’opportunità notevole anche nell’ottica del raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità ambientale che il mondo, e l’UE in maniera ancor più stringente, si sono posti.

Quando parliamo di sostenibilità, però, emerge certamente un’istanza che non si può eludere in nome di un ambientalismo onirico e si sostanzia nella ricerca di quel giusto equilibrio – non a caso si parla di “just transition” – nel perseguire gli sfidanti target climatici che puntano a una UE net-zero al 2050, assicurando produttività e competitività alle imprese.

Perché l’intelligenza artificiale rappresenta, se adeguatamente disciplinata, un’opportunità anche in questo caso?

Perché già oggi è utilizzabile per ottimizzare produzioni e consumi di energia, perché attraverso software particolarmente evoluti può essere decisiva per la gestione delle risorse idriche e delle materie prime, perché può supportare innovativi modelli di agricoltura e contribuire a salvaguardare la biodiversità.
E queste sono solo alcune delle potenzialità che la nostra “intelligenza virtuale” dimostra di avere, ma ve ne saranno sempre di nuove.

Del resto, lo sviluppo dell’IA non sembra conoscere soste, come dimostra, per altro verso, il progressivo affinamento dei modelli di intelligenza generativa. La nuova versione di Chat Gpt, la “40” appena presentata, può rispondere a input audio con tempi di reazione simili a quelli dell’uomo.

Ben si comprende pertanto quanto sia sempre più fondamentale il tema della regolazione di una tecnologia così dirompente, che non può essere lasciata all’arbitrio di un numero limitato di big companies mondiali.

Servono regole che disciplinino i profili della trasparenza, della sicurezza e della privacy, con attenzione specifica ai temi etici e ai rischi della manipolazione del consenso.

Tuttavia, come sempre, regolamentare è condizione necessaria, ma non sufficiente.

Serve, in parallelo, una politica industriale consapevole e condivisa, sia nel nostro Paese sia a livello comunitario.

Le istituzioni sono chiamate infatti a creare le condizioni per fare impresa nei nuovi scenari, soprattutto per le tante PMI che caratterizzano il nostro bacino industriale. Ma poi sta alle imprese “essere della partita”, affidandosi a competenze manageriali adeguate ai processi di cambiamento.

Sono necessari coraggio, visione, cultura aziendale e quella capacità propria dei manager di comprendere prima i processi, aiutando gli imprenditori a superare insensate ritrosie. Arroccarsi su posizioni ormai superate è un errore strategico che nessuna organizzazione può consentirsi. E questo, a comprenderlo, è l’intelligenza umana.


Articolo tratto da Progetto Manager
Archivio storico dei numeri di DIRIGENTI INDUSTRIA in formato pdf da scaricare, a partire da Gennaio 2013

I più visti

Hackerare una password? Facilissimo!

Il primo elemento che dobbiamo tenere sempre ben in mente è che sfortunatamente le password di otto caratteri non sono più sicure come nel passato
01 ottobre 2023

Tagliare le pensioni: un cantiere che non si ferma mai

Quelli che erano stati presentati come provvedimenti temporanei si sono trasformati, con il passare del tempo, in regole stabili. E il risultato è sotto gli occhi di tutti: anno dopo anno il potere d’acquisto dei pensionati del ceto medio è stato progressivamente eroso. Il grafico – nell’articolo - lo racconta con chiarezza: un cantiere sempre aperto, dove ogni governo ha lasciato la sua impronta fatta di tagli, blocchi e riduzioni. Nel frattempo, sono in corso i lavori per preparare la prossima Legge di Bilancio, quella del 2026. Non sappiamo quali sorprese saranno riservate ai pensionati; ciò che invece conosciamo bene è quello che è accaduto negli anni passati. E non si tratta di un episodio isolato, ma di una storia che si ripete da troppo tempo. Per questo i pensionati non possono più limitarsi ad assistere, come spettatori, ai lavori di questo interminabile “cantiere”. È il momento di assumersi responsabilità collettive: unirsi, stringere alleanze, partecipare alle iniziative di tutela che saranno messe in campo. Perché i diritti non sono mai acquisiti una volta per tutte: resistono solo se vengono difesi, giorno dopo giorno
01 novembre 2025

La svalutazione delle pensioni in Italia

Accorato intervento del Presidente CIDA alla conferenza stampa del 17 settembre 2025
01 novembre 2025

Mancata rivalutazione pensioni: in 30 anni bruciato un anno di vitalizio

Il nuovo studio realizzato da Itinerari Previdenziali in collaborazione con CIDA denuncia una svalutazione strutturale delle pensioni medio-alte, che danneggia ancora una volta soprattutto il ceto medio. Una lunga storia di tagli trasversali e continui, che colpisce proprio quegli 1,8 milioni di pensionati che hanno versato più tasse e contributi, minando la fiducia nel patto generazionale
01 novembre 2025