Aumentano i pensionati in fuga
Dal XXIV rapporto annuale INPS emergono interessanti indicazioni

Franco Torelli
Presidente Federmanager Trento - Neo componente del Comitato Nazionale Pensionati
Dopo la recente pausa estiva, magari passata in un Paese vicino al mare, dove si vive e si mangia bene, qualcuno di noi avrà accarezzato l’idea di andarci a vivere, seguendo l’esempio di molti pensionati italiani. Con vantaggi sulla fiscalità, sulla qualità della vita, con opportunità di nuove esperienze culturali e di un ambiente tranquillo.
Il XXIV° rapporto annuale INPS racconta che sono molte migliaia i pensionati italiani che hanno trascorso l’intera vita lavorativa in Italia e che hanno trasferito la propria residenza dopo aver raggiunto il pensionamento, e la cifra è sempre cresciuta negli anni: dopo una brusca frenata con la pandemia, nel 2023 i pensionati italiani all’estero sono risaliti a 38mila, la metà dei quali beneficia di assegni superiori ai 5000€ mensili, sfruttando incentivi però spesso discontinui.
Il Paese in cima alle preferenze è la Spagna, dove tra il 2010 e il 2024 si sono trasferiti oltre 2.800 pensionati italiani, di cui quasi due terzi di sesso maschile.
In Portogallo il costo della vita è del 26% inferiore a quello italiano e fino al 2024 per i primi 10 anni i “residenti non abituali” non pagavano alcuna imposta sul reddito: con 4.838 presenze era il primo Paese per numero di pensioni di italiani all’estero con pensione media pari a 2.944 euro; oggi con una tassazione al 10% la presenza è scesa a 2.700 pensionati.
In Bulgaria, dove la vita costa il 46% meno che da noi, fino al 2023 l’esenzione dalle imposte per i nuovi residenti pensionati era totale e senza limiti di tempo: poi l’INPS dopo oltre 35 anni di detassazione, ha deciso di riprendere a tassare le pensioni italiane residenti fiscalmente in Bulgaria.
La Tunisia e l’Albania sono ritenute infine le nuove mete strategiche per pensionati attratti dal basso costo della vita e da condizioni fiscali vantaggiose, che prevede una riduzione dell’80% sull’imponibile della pensione estera e in Albania addirittura un’esenzione totale.
Visto lo squilibrio generazionale che colpisce l’Italia, con troppi pensionati rispetto ai lavoratori, l’emigrazione di pensionati potrebbe sembrare un dato positivo, ma in realtà non lo è.
I pensionati all’estero, infatti, gravano sempre sul sistema pensionistico italiano, quindi è sempre l’INPS a pagare, tuttavia queste pensioni invece di essere spese in Italia, contribuendo al PIL, vengono spese all’estero. Inoltre, spostando la residenza all’estero anche buona parte delle tasse saranno pagate allo Stato di residenza.
Per l’Italia, quindi, l’esodo dei pensionati vuol dire meno entrate, ma con la stessa spesa per le pensioni e per questo motivo il Governo italiano ha voluto rallentare in vario modo questo fenomeno.

Franco Torelli Presidente Federmanager Trento - Neo componente del Comitato Nazionale Pensionati
Da maggio 2025 INPS ha aperto la Campagna RedEst, per cui i pensionati residenti all’estero devono trasmettere telematicamente la dichiarazione dei redditi posseduti nel 2024 e in mancanza di tale dichiarazione le pensioni saranno ridotte o verrà richiesto il rimborso delle quote indebitamente percepite.
La legge di Bilancio 2025 ha inoltre negato la rivalutazione automatica legata all’inflazione per i pensionati residenti all’estero con pensioni superiori al trattamento minimo INPS.
Infine, seguendo l’esempio di altri Paesi, la legge di Bilancio 2019 ha introdotto la “Flat Tax pensionati” al 7% per 10 anni, che mira a promuovere e sviluppare i consumi e gli investimenti per coloro che si trasferiscono nei Comuni più piccoli del Sud Italia. Infatti se si desidera difendere il potere di acquisto della propria pensione a parità di entrate, ma non si vogliono lasciare gli affetti di una vita o anche solo la terra in cui si è nati, una buona alternativa all’espatrio può essere quella di un più semplice e agevole trasferimento.
In molte città italiane del centro Nord gli affitti e il costo della vita sono molto elevati, ma basterebbe spostarsi di qualche chilometro verso quelle del Sud: il clima è migliore, il sole è ospite quasi fisso del cielo, il mare vicino e gli affitti spesso più contenuti di quanto non siano in città come Roma, Milano, o Torino.
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07 ottobre 2025