Dirigere il cambiamento
Interpretare, guidare e trasformare

Di Maurizio Toso
Presidente Federmanager Padova e Rovigo
Mai come oggi la figura del manager si trova al centro di un passaggio epocale: le trasformazioni economiche, tecnologiche e sociali hanno reso la leadership manageriale un fattore decisivo non solo per la competitività delle imprese ma anche, e soprattutto, per la tenuta stessa del sistema produttivo. La situazione economica, l’emergenza sanitaria, le tensioni geopolitiche e sociali così come l’accelerazione impressa dalla digitalizzazione hanno ridefinito i confini del mestiere. Quanto accaduto negli ultimi anni, infatti, ha accelerato i processi tecnologici e ambientali che già avevano iniziato a modificare il mondo, del lavoro e non solo: nuove modalità di collaborazione, maggiore flessibilità, digitalizzazione, fattori etici e sociali rappresentano sfide cruciali nel presente e per il prossimo futuro. In questo panorama il manager non è, e probabilmente non lo sarà più, colui che governa processi consolidati ma un interprete del cambiamento chiamato a innovare senza disperdere l’esperienza, a decidere con rapidità e lungimiranza in contesti talvolta incerti e a guidare persone e imprese.
Un manager deve saper coniugare resilienza e rapidità, capacità analitica e intuito per gestire una realtà complessa, fatta di margini ridotti, costi in crescita e normative mutevoli in un contesto globalizzato, costruendo nel contempo visioni su medio e lungo periodo che abbiano come core innovazione, sostenibilità e capitale umano. La sua funzione va ben oltre la semplice efficienza operativa poiché il manager del XXI secolo è chiamato sia a bilanciare interessi economici, organizzativi e sociali sia a mediare tra impresa e contesto in cui essa opera. Considerare le esigenze delle persone, della comunità e degli stakeholder è l’unica strada percorribile per affermare e veicolare i valori aziendali.

Maurizio Toso Presidente Federmanager Padova e Rovigo
In questa prospettiva, la leadership non si misura più soltanto in termini di risultati produttivi, economici o finanziari ma anche dalla capacità di rendere l’azienda un attore consapevole e positivo all’interno della società, sempre pronta a cogliere e interpretare in maniera costruttiva i cambiamenti di scenario.
Una leadership efficace, nel contesto attuale, implica perciò una doppia capacità: da un lato guidare con decisione e velocità di azione, dall’altro saper ascoltare e comprendere le esigenze dei collaboratori promuovendone inclusione valorizzandone il contributo e incoraggiandone una partecipazione attiva. Un equilibrio che non nasce come automatismo ma che va sviluppato attraverso l’esperienza e la formazione. Il manager è chiamato a coltivare e acquisire competenze specifiche e competenze trasversali inerenti la comunicazione efficace, la motivazione e il coaching, elementi imprescindibili per costruire un ambiente lavorativo resiliente e proattivo.
In tal senso, la formazione non è un semplice momento di acquisizione di conoscenze ma, ancor più ora, una pratica quotidiana, una disciplina che consente di affinare le competenze di leadership, sperimentare nuove modalità di gestione e consolidare la fiducia all’interno del gruppo. Accanto alla gestione del capitale umano, il manager si occupa anche della strategia aziendale che richiede rapidità di intervento, nuovi modelli operativi, sostenibilità e un aggiornamento di processi e strumenti per rimanere al passo con le trasformazioni della nostra epoca.
Il filo conduttore che lega ieri, oggi e domani rimane però la promozione di un paradigma di miglioramento continuo in cui si uniscano tradizione consolidata e sperimentazione, senza sacrificare la solidità della mission aziendale. In una dimensione così sfaccettata, essere manager non significa più solo prendere decisioni ma divenire un punto di riferimento capace di assumersi la responsabilità di costruire un senso di appartenenza e di integrare le esigenze di innovazione con l’attenzione ai valori condivisi.
È inutile negarlo: il futuro della nostra categoria, e con esso quello delle imprese, dipende dalla capacità dei manager di assumere il proprio ruolo con piena responsabilità e consapevolezza. Le sfide, le incertezze e la complessità di un mondo in continua trasformazione ed evoluzione possono, e devono, diventare delle opportunità di crescita e sviluppo.
Il solito compito arduo ma non impossibile, insieme e con dedizione, passione, competenza.
07 ottobre 2025