Pensioni: CIDA Lombardia, separare assistenza e previdenza per trasparenza

La riconoscibilità dei due flussi di spesa in modo chiaro e condiviso garantirà un confronto corretto fra parti sociali e forze politiche, premessa indispensabile per ogni intervento che si deciderà di adottare sul fronte previdenziale

Dal gruppo regionale lombardo di CIDA, la Confederazione rappresentativa della dirigenza pubblica e privata, arriva un’ulteriore richiesta all’INPS di “Separazione contabile tra previdenza e assistenza” già sottoposta nel 2021 al Comitato regionale INPS Lombardia dal rappresentate CIDA Alessandro Seracini. 
Una richiesta accompagnata anche dalla proposta di un’anagrafe nazionale dell’assistenza e un adeguato intervento sul contrasto all’evasione, sia fiscale che contributiva. Nel documento di accompagnamento alla mozione CIDA sostiene, con il supporto di analisi e dati risultanti anche dallo studio di “Itinerari Previdenziali”, che il sistema pensionistico è sotto controllo e sostenibile per il futuro, mentre non lo è il sistema assistenziale.
 
L’apposita commissione tecnica istituita dal Ministero del Lavoro ha redatto a fine 2021 un dossier sulle motivazioni contrarie alla separazione della previdenza dall’assistenza, sentenziando, in estrema sintesi, che le due voci non sono scorporabili, almeno per il momento, ragione per cui integrazioni al minimo degli assegni pensionistici, pensione e reddito di cittadinanza, assegni sociali e 14esima dei pensionati dovranno restare all’interno della spesa previdenziale. 
Nell’ambito del dossier, CIDA rileva positivamente la riconsiderazione della Commissione Tecnica in merito all’ammontare della spesa pensionistica, suggerendo che l’integrazione al trattamento minimo sia considerata spesa assistenziale e non pensionistica.
 
CIDA richiama l’attenzione sulla necessità di fornire ai contribuenti trasparenza gestionale e semplicità di comprensione, sia delle risorse derivanti da contributi previdenziali, sia della fiscalità generale, con i rispettivi impieghi pensionistici e assistenziali.
 
La necessità di trasparenza, in uno Stato democratico e moderno, deve permeare l’azione delle istituzioni. Quindi se l’obiettivo è quello di consentire una lettura univoca della spesa previdenziale, il legislatore e l’ente gestore, devono garantire l’uno un quadro normativo che consenta di stabilire con certezza i canali di finanziamento della spesa previdenziale, l’altro un modello gestionale che nel rispetto degli standard statistici internazionali, permetta una ‘lettura’ separata dei due aggregati: spesa per previdenza e spesa per assistenza. La riconoscibilità dei due flussi di spesa in modo chiaro e condiviso, garantirà un confronto corretto fra parti sociali e forze politiche, premessa indispensabile per ogni intervento che si deciderà di adottare sul fronte previdenziale.
 
“Abbiamo bisogno di creare maggiore fiducia da parte dei cittadini, e in particolare dei giovani, sulla gestione della previdenza e dell’assistenza, nelle loro specifiche finalità – ha commentato il segretario CIDA regionale Franco Del Vecchio – Una gestione più manageriale dei flussi di spesa, con meccanismi di controllo e una più efficace allocazione delle risorse potrà favorire il clima di partecipazione attiva per riprendere il cammino della crescita sostenibile, necessaria per garantire la stabilità delle politiche di welfare”.

CIDA è la Confederazione sindacale che rappresenta unitariamente a livello istituzionale dirigenti, quadri e alte professionalità del pubblico e del privato. Le Federazioni aderenti a CIDA sono: Federmanager (industria), Manageritalia (commercio e terziario), FP-CIDA (funzione pubblica), CIMO-FESMED (medici del SSN), Sindirettivo (dirigenza Banca d’Italia), FENDA (agricoltura e ambiente), Federazione 3° Settore CIDA, FIDIA (assicurazioni), SAUR (Università e ricerca), Sindirettivo Consob (dirigenza Consob).
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