Il vigneto lombardo

Un ricchissimo caleidoscopio di territori, vitigni e tipologie

Alessandro Franceschini

Giornalista, sommelier, è direttore responsabile del sito www.aislombardia.it
Se un un ristorante, un’enoteca o un wine bar decidesse di preparare la propria carta dei vini scegliendo solo ed esclusivamente ciò che
la Lombardia ha da offrire riuscirebbe, senza particolari difficoltà, a coprire tutte le tipologie di vino esistenti in questo momento. Strano? 

Probabilmente per chi vede solo in alcune regioni, a partire da Piemonte e Toscana, gli unici imprescindibili punti di riferimento. Ma per chi, invece, ha occhio e curiosità per approfondire anche il patrimonio vitivinicolo esistente in altre regioni, non è forse una novità.

In realtà la Lombardia ha proprio nella eterogeneità della sua offerta uno dei punti di forza, e secondo alcuni anche di debolezza, poiché non è certo facile comunicare (e vendere) tutta questa ricchezza.
Dalle bollicine, sia metodo Charmat che Metodo Classico, ai vini dolci, siano essi delle delicate vendemmie tardive o dei potenti passiti, al suo interno la Lombardia è in grado di produrre tutte le sfumature esistenti nel mondo del vino. Merito di una ricchezza di territori e areali che ha pochi eguali in Italia. Se solo ci fermiamo in Oltrepò Pavese, il comprensorio più importante in termini quantitativi della regione – qui si produce quasi il 60% di tutto il vino lombardo – il numero di tipologie ammesse dal disciplinare è davvero impressionante e potrebbe coprire da solo un’articolata e variegata carta dei vini.
Anche sul fronte della longevità non ci sono limiti: in Valtellina i migliori nebbiolo sanno invecchiare e migliorare per svariati lustri – si pensi allo Sforzato, ma non solo – così come alcuni rossi con barbera e croatina delle colline pavesi, ad esempio il Buttafuoco Storico, o ancora alcuni bianchi a base turbiana del comprensorio del Lugana a sud del Lago di Garda.

Rimanendo sulle sponde di questo magnifico lago, qui troviamo tra i rosati più eleganti e delicati prodotti in Italia, i chiaretti della Valtenesi, prodotti dall’uva groppello e volgendo a sud verso il mantovano la briosità del lambrusco locale rivaleggia con quella dei vicini emiliani e fa da sparring partner egregiamente negli abbinamenti alla bonarda dell’Oltrepò Pavese, altro portabandiera di questa categoria.

I vini dolci? In Lombardia esiste la Docg (Denominazione di Origine Controllata e Garantita) più piccola d’Italia: il Moscato di Scanzo. Un raro e prezioso vino rosso passito che regala sfumature e profumi unici nel suo genere. Ma non mancano tanti altri vini, ideali a fine pasto con dessert o formaggi, prodotti un po’ in tutta la regione.

All’interno di questo panorama anche areali, un tempo vocati alla coltivazione della vite, e poi abbandonati per vari motivi, in primis a causa del richiamo della fabbrica all’inizio del boom economico del secolo scorso, stanno ora invece vivendo un nuovo fermento,
grazie anche all’opera a volte di piccoli e appassionati produttori: si pensi, ad esempio ai vini delle Terre Lariane e di Montevecchia.

Ma la Lombardia non è solo patria e custode di moltissimi vitigni autoctoni, nonché di alcune delle più importanti varietà internazionali, ma anche aperta all’innovazione: è infatti una delle poche regioni
in Italia (insieme a Trentino e Alto Adige) che sta sperimentando la coltivazione dei cosiddetti vitigni PIWI, acronimo tedesco di pilzwiderstandsfähige Rebsorte. Sono varietà resistenti alle malattie fungine che non hanno, quindi, bisogno dell’uso di trattamenti in vigna, sono di conseguenza sostenibili e perfette per andare incontro anche ai cambiamenti climatici in atto da qualche anno a questa parte. Alcuni produttori lombardi le stanno sperimentando da tempo e proprio ultimamente stanno ottenendo giudizi lusinghieri sia dalla critica di settore che dagli appassionati: Solaris, Bronner o Johanniter sono i nomi di alcuni di essi, tutti da scoprire.
Insomma, il vigneto lombardo vive da tempo un periodo di grande dinamicità e i sommelier lombardi, ormai da 15 edizioni, scandagliano la produzione regionale dando poi alle stampe una guida che selezione i migliori vini ogni anno. Si chiama Viniplus di Lombardia e ed è possibile consultarla integralmente e gratuitamente online all’indirizzo www.viniplus.wine.
Archivio storico dei numeri di DIRIGENTI INDUSTRIA in formato pdf da scaricare, a partire da Gennaio 2013