Sull'assistenza sanitaria dei dirigenti

Le tecnologie abilitanti, i cambiamenti del contesto socio economici e le abitudini delle persone ad utilizzare soluzioni digitali, rendono possibili modalità innovative di gestione dell'assistenza sanitaria per una migliore qualità della vita.

Giorgio de Varda 

Socio ALDAI-Federmanager Coordinatore del CADD (Centro Analisi Dati Dirigenti) - giorgio.devarda@gmail.com
La mia presenza da alcuni decenni nella commissione Previdenza e assistenza sanitaria di Aldai, il fatto di essermi occupato personalmente del passaggio dei dirigenti della mia ditta di origine dalla Assida, costituita per l'assistenza sanitaria nel gruppo Telecom, al Fasi e Assidai, le indagini statistiche sul tema fatte su un campione di centinaia di dirigenti, nonché la mia esperienza sanitaria negli ultimi anni mi spingono a fornire delle informazioni che penso possano essere utili alla maggior parte dei colleghi, specie ai pensionati.

Come tutti sanno i problemi di salute crescono esponenzialmente con l'età, ma potere prevedere e provvedere in tempo può essere essenziale. È vero, i dirigenti come tutte le categorie ad alto reddito, che si sanno proteggere autonomamente, hanno un’aspettativa di vita più alta della media, ma vediamo alcuni suggerimenti per vivere meglio questo tempo: è importante non solo l'aspettativa di vita ma che si possa vivere il più a lungo possibile ancora bene. 

Punto primo: l'Assistenza Sanitaria

I dirigenti sono molto fieri di avere un servizio come il Fasi che ora, tra dirigenti in servizio, in pensione e familiari assiste più di 300.000 persone ed è quindi molto solido, contrariamente a molti fondi integrativi aziendali che nel tempo, per il prevalere dei pensionati sui dirigenti in servizio, si sono esauriti e sono confluiti nel Fondo di Assistenza Sanitaria costituito da Federmanager e gestito in modo paritetico con Confindustria. L’iscrizione a Fasi è sempre conveniente, specie per un pensionato che paga una quota di €1440, ma riceve mediamente come rimborso relativo al nucleo familiare circa tre volte tanto; quindi rimane conveniente anche per un superstite (difatti tutti mantengono l’iscrizione).

Il Fasi non copre però il 100% della spesa sanitaria e dati i prezzi molto elevati dell’assistenza privata, soprattutto con l'età, è prudente avere un fondo integrativo di secondo livello, tipicamente Assidai, il fondo di Assistenza Sanitaria Integrativa di Secondo Livello di Federmanager. Ricordo che Assidai stipula polizze vantaggiose se a farlo sono le aziende con i dirigenti in servizio e pensionati, mentre un dirigente pensionato può ancora iscriversi all’opzione senior.

Punto secondo: criticità del medico di base 

Tutti sappiamo che i medici di base sono sempre meno numerosi e hanno un numero di pazienti alto, 1.500 e fino a 1.800, che non permettono loro di dare un'assistenza adeguata. Solo il fatto di contattarli può costituire un forte problema e quindi ben venga la procedura di Fasi che non richiede la prescrizione medica per rimborso di un intervento, mentre questo problema non è ancora risolto con Assidai (solo alcune strutture si fanno carico di presentare una loro ricetta per il successivo rimborso). 

Che fare allora? Secondo la mia esperienza, un dirigente possiede molte capacità per fare anche il manager della propria salute perché altrimenti rimarrebbe alle volte scoperto su un punto assai critico, ossia Il passo successivo che deve fare di fronte a qualche sintomo nuovo e soprattutto quale tipo e in particolare quale specialista consultare. In questo quadro di scelte difficili può essere utilissimo consultare l'esperienza di un altro associato che ha avuto un problema analogo, che proprio per il fatto di essere un dirigente dovrebbe essere abbastanza affidabile e fornire quelle informazioni di base che le strutture sanitarie, nella lotta per accaparrarsi i clienti, in genere non forniscono. A questo proposito ricordo che negli anni 90, per una fortunata coincidenza Aldai, forniva attraverso il dottor Bartalini un servizio di consulenza medica che secondo la mia esperienza era utilissimo. La fortunata coincidenza consisteva nel fatto che il dott. Bartalini era stato direttore della mutua o dell’assistenza sanitaria del gruppo Montedison, che era dovuta passare al Fasi in quei tempi proprio per mancanza di un numero sufficiente di iscritti in servizio. Chiaramente oggi questa esperienza è giudicata irripetibile da Aldai e pure i servizi di Fasi e Assidai non possono offrire una consulenza sui loro enti convenzionati, salvo il fatto di convenzionare solo strutture serie e attrezzate, cosa che fanno. A questo proposito potrebbe essere utile un servizio di consulenza informale tra i soci sviluppando proprie forme realizzative. 

Punto terzo: le nuove tecnologie

Come in quasi tutti i campi, la tecnologia si sviluppa incessantemente nel sistema sanitario e questo può provocare un'enorme differenza tra le prestazioni di una struttura e quelle di un'altra, ma questo possibile svantaggio ovviamente non è dichiarato. Ad esempio un intervento con un micro robot in chirurgia sembra che offra un vantaggio molto consistente rispetto all'applicazione tradizionale, mentre i laser e i sistemi diagnostici sempre più sofisticati offrono vantaggi enormi a chi li possiede, ma soprattutto a chi li può utilizzare come paziente. Il problema, come detto prima, è appunto quello di sapere a quale struttura rivolgersi che abbia anche la strumentazione adatta. 
Non dimentichiamo inoltre che ognuno di noi può dotarsi di alcuni strumenti che possono diventare i salvavita e che costano relativamente poco, dal saturimetro, così importante per il paziente lasciato a casa da solo ai primi tempi del Covid, al rivelatore della pressione e del ritmo cardiaco che rivela le fibrillazioni, anche questo di costo relativamente basso.

Punto quarto: correttezza delle diagnosi e degli interventi

Tutti noi abbiamo credo il desiderio, di fronte a una diagnosi preoccupante, di avere almeno un secondo parere. Nel libro Rumore di D. Kahneman, ed altri, si evidenzia una elevata variabilità delle diagnosi, ossia con molti errori. Per evitarli si può ricorrere a delle linee guida di base, che in genere però non sono comunicate agli utenti, oppure a sistemi di intelligenza artificiale, che però non sono molto diffusi, anche se prenderanno piede sempre di più. Questa variabilità di diagnosi con i suoi errori può essere corretta con ulteriori pareri medici e il parere di pazienti preparati che hanno già affrontato il tema. 

La telemedicina

Per finire ricordo che gli sviluppi della telemedicina sono impressionanti, ma nonostante le pressioni della Commissione Previdenza e assistenza sanitaria di Aldai su Fasi e Assidai, queste innovative modalità presso i nostri enti procedono, per la complessità del problema, coi piedi di piombo, ma possiamo sperare in un futuro.

Concludendo se vogliamo vivere bene più a lungo dobbiamo procedere al più presto con impegno e intelligenza.
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