Il problema Spinoza
Irvin D. Yalom, nato in una famiglia ebraica a Washington nel 1931, oltre che scrittore è Professore emerito di Psichiatria all’Università di Stanford.
Luciano De Stefani
Consigliere ALDAI-Federmanager
Recensione del libro "Il problema Spinoza" di Irvin D. Yalom
Neri Pozza Editore
Marzo 2012
Pagine 352 - 17,50 euro
Neri Pozza Editore
Marzo 2012
Pagine 352 - 17,50 euro
Il libro descrive, a capitoli alterni, le vicende del filosofo olandese Baruch Spinoza dal 1656 al 1666 e dell’ideologo nazista Alfred Rosenberg dal 1910 al 1945. Spinoza, nel 1656 ad Amsterdam, viene scomunicato a vita dal rabbino capo per le sue critiche ai testi sacri e la visione eterodossa del popolo ebraico “eletto” da Dio, che, tra l’altro, veniva da una feroce persecuzione sia in Spagna sia in Portogallo.
Rosenberg che, sin da giovane, coltivava il culto della razza ariana, nel 1919 conobbe Adolf Hitler e scrisse “Il Mito del XX secolo” che in Germania fu il secondo libro più letto dopo “Mein Kampf” ed era molto attratto dalle teorie di Spinoza per la sua critica alla religione in generale e a quella ebraica in particolare. Al processo di Norimberga fu giudicato ed impiccato.
L’opera di Yalom è molto aderente agli avvenimenti storici, ma vi ha anche coinvolto due personaggi di fantasia: Franco Benitez e Friedrich Pfister. Il primo, grande amico di Spinoza – segretamente – condivideva le sue teorie, continua a frequentarlo nonostante fosse diventato rabbino e Spinoza, espulso dalla comunità ebraica, non avrebbe potuto frequentare altri ebrei. Pfister, uno psichiatra di Berlino, conosceva Alfred Rosenberg dall’infanzia ed era diventato il suo medico di fiducia nei suoi momenti di sconforto e tenta, inutilmente, di fermarne le follie razziste.
Yalom è uno scrittore molto piacevole e utilizza le sue conoscenze professionali con grande maestria.
Rosenberg che, sin da giovane, coltivava il culto della razza ariana, nel 1919 conobbe Adolf Hitler e scrisse “Il Mito del XX secolo” che in Germania fu il secondo libro più letto dopo “Mein Kampf” ed era molto attratto dalle teorie di Spinoza per la sua critica alla religione in generale e a quella ebraica in particolare. Al processo di Norimberga fu giudicato ed impiccato.
L’opera di Yalom è molto aderente agli avvenimenti storici, ma vi ha anche coinvolto due personaggi di fantasia: Franco Benitez e Friedrich Pfister. Il primo, grande amico di Spinoza – segretamente – condivideva le sue teorie, continua a frequentarlo nonostante fosse diventato rabbino e Spinoza, espulso dalla comunità ebraica, non avrebbe potuto frequentare altri ebrei. Pfister, uno psichiatra di Berlino, conosceva Alfred Rosenberg dall’infanzia ed era diventato il suo medico di fiducia nei suoi momenti di sconforto e tenta, inutilmente, di fermarne le follie razziste.
Yalom è uno scrittore molto piacevole e utilizza le sue conoscenze professionali con grande maestria.
01 aprile 2019