Il ricalcolo delle pensioni divide il Consiglio dei Ministri
La questione che si dibatte in queste ore divide MS5 e Lega. Le osservazioni critiche che sono state formulate in tutte le audizioni di alcuni giorni fa nella Commissione Lavoro alla Camera sulla proposta di ricalcolo delle pensioni (n.1071), avrebbero dovuto portare ad una revisione profonda del testo presentato. Se non addirittura al ritiro. Il Governo, invece, si è impossessato della proposta parlamentare e ha deciso una improvvisa accelerazione dell’operazione.
Mino Schianchi
Presidente Comitato Nazionale di Coordinamento dei Gruppi Pensionati e Consigliere ALDAI-Federmanager
Piuttosto che attendere il dibattito e l'eventuale approvazione in forma di legge, gli esponenti MS5 del Governo avrebbero voluto approvarlo in forma di decreto urgente, unitamente al decreto sul condono fiscale(!). E’ utile allora ricordare, mentre cresce l’inqualificabile ostilità (anche nelle parole e le espressioni usate da un membro del governo) contro i pensionati, o almeno una parte di essi, come avverranno i flussi di trasferimento territoriale delle risorse, una volta approvato il provvedimento.
Già il 14 agosto scorso, il documento di “Itinerari previdenziale” - OSSERVAZIONI SULLA PROPOSTA DI RICALCOLO DELLE PENSIONI - segnalava che le categorie più colpite saranno i pensionati di anzianità che hanno contribuito di più (Italia del Nord e in parte al Centro), i lavoratori precoci e le donne la cui età legale di vecchiaia è sempre stata, fino al 2011, di 5 anni inferiore a quella degli uomini. E i penalizzati saranno solo le alte professionalità, cioè la classe dirigente del Paese.
Peraltro, lo stesso documento affermava che il 70% delle pensioni che saranno decurtate sono pagate al Nord dove prevalgono di gran lunga le pensioni di anzianità e questo potrebbe creare qualche problema all’elettorato della Lega perché ci sarebbe un trasferimento Nord-Sud in quanto la maggioranza delle pensioni assistite è proprio al Sud.
La questione dei trasferimenti territoriali è stata ripresa anche in un articolo sul quotidiano “La Repubblica” . Affrontando la questione della ricaduta territoriale delle risorse prelevate dalle tasche dei pensionati con la manovra dice: «Se il pacchetto rimane com’è tra pensioni d’oro e di cittadinanza — ragiona un politico leghista di primo piano — assisteremo al più grande spostamento di risorse della storia d’Italia verso il Sud». Il malcontento sarebbe nei numeri: «Il 70- 75% dei pensionati che saranno colpiti dal provvedimento vive al Centro- Nord, così come altrettanti beneficiari della pensione di cittadinanza si trova a Sud».
A supporto delle valutazioni esposte, indico di seguito lo stralcio di un documento Istat elaborato da Antonio Dentato. I grafici spiegano meglio delle parole.
Dove sono i pensionati ?
Nel 2016 quasi la metà dei pensionati (46,9%) risiede nelle regioni del Nord, il 19,5% al Centro, il 31,1% nel Mezzogiorno, il 2,5% all’estero. I redditi pensionistici più elevati vengono percepiti dai pensionati del Centro (in media 19.106 euro all’anno), di poco superiori a quelli del Nord (18.905euro); i più bassi si rilevano invece nel Mezzogiorno (15.736) soprattutto all’estero (3.871) dove non possono essere erogate pensioni assistenziali. (Fonte ISTAT: Stralcio dalla pubblicazione ISTAT: CONDIZIONI DI VITA DEI PENSIONATI, Anni 2015-2016). Pubblicazione del 21 dicembre 2017.
01 novembre 2018