I manager oltre la crisi
Il PNRR è una grande opportunità, decisivo sarà il contributo che i manager, ancora una volta dopo la pandemia, sapranno dare alla sua implementazione nell’economia reale
Manuela Biti
Presidente ALDAI-Federmanager
La sentita partecipazione all’ultima Assemblea Annuale dello scorso 16 giugno, ha rappresentato, dopo due anni pandemici e di stop forzato, la forte volontà da parte della dirigenza di guardare al futuro e di riprendere da dove avevamo lasciato con maggiore forza, vigore e determinazione. L’evento ha rimarcato, ancora una volta, l’unione di intenti e la visione collettiva di una classe dirigente che c’è e che vuole far sentire la sua presenza e il suo peso all’interno del sistema industriale di questo Paese.
Non è stato un caso, infatti, la scelta del Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci per celebrare il ritorno a un Assemblea in presenza – l’ultima fu nel 2019 –: un luogo che, oltre ad essere nel cuore della nostra Città, è un simbolo di Milano in termini di evoluzione e innovazione.
Nell’evento per la nostra Associazione più importante e strategico, davanti ai rappresentanti del Comune e della Regione, davanti a esponenti del mondo industriale, stakeholder e partner strategici abbiamo lanciato un messaggio forte e chiaro: noi manager ci siamo e siamo pronti a dare il nostro contributo.
Il PNRR può giocare una partita chiave anche nella digitalizzazione e nella transizione ecologica. I segnali dell’industria in Lombardia per ora sono cautamente positivi (si registra un +1,8% rispetto al trimestre precedente), anche se dobbiamo attendere il secondo e terzo trimestre, e forse oltre, per vedere quali e quanti saranno gli effetti più rilevanti della guerra in corso.
Come ALDAI abbiamo offerto il nostro impegno a lavorare insieme per costruire un percorso di sviluppo che guardi al futuro, che quindi sia innovativo e sostenibile.
Abbracciare la sostenibilità infatti significa anche abbracciare l’innovazione e questo deve essere un valore collettivo riconosciuto e fondamentale per il progresso sociale ed economico, una responsabilità la nostra che dobbiamo anche e soprattutto alle future generazioni.
Favorire l’accesso al lavoro dei giovani infatti, ma anche migliorare l’innovazione e le performance del sistema produttivo, aumentare la mobilità sociale sono solamente alcuni dei punti principali a cui possiamo richiamare per uscire dalla crisi e guardare al futuro con cauto ma rinnovato ottimismo.
Mi preme sottolineare, ancora una volta, come sia tuttavia impossibile pensare ad un cambio di passo se non lavorando prima sulle disparità di genere, favorendo quindi con iniziative concrete attuate dai manager stessi un maggiore ingresso di donne in posizioni apicali: colmare la parità tra donna e uomo, in ogni ambito della vita, privata e pubblica, consentirebbe di avere un impatto molto positivo sul PIL, valutato in percentuale tra il 9 e l’11%.
Analisi recenti dell’Osservatorio di 4.Manager ci dicono che le posizioni manageriali femminili sono ferme al 28% del totale e la quota si riduce al 19% se consideriamo le posizioni regolate da un contratto da dirigente, seppur il 31% delle imprese stia adottando strategie significative per favorire la convergenza lavorativa tra uomini e donne.
Le nostre decisioni di ieri si riflettono su quelle di oggi e non solo all’interno della nostra cerchia di rapporti e relazioni, ma vanno oltre, influiscono anche sui cittadini di altre parti del pianeta e viceversa. Siamo tutti indissolubilmente legati a doppio filo.
E con questa consapevolezza siamo chiamati a scegliere bene e ad agire in fretta, consapevoli delle prossime e imminenti sfide da vincere.
01 agosto 2022