Due pianoforti in concerto a primavera
Per la prima volta da quando in ALDAI-Federmanager si svolge il Concerto di Primavera, cioè da undici anni, sul palcoscenico del Circolo San Fedele erano presenti il 15 maggio due pianoforti.
Josef Oskar
Responsabile Musica - Gruppo Cultura
Per la prima volta da quando in ALDAI-Federmanager si svolge il Concerto di Primavera, cioè da undici anni, sul palcoscenico del Circolo San Fedele erano presenti due pianoforti. Il motivo è presto spiegato: quando ci sono due musicisti virtuosi come Stephanie Trick e Paolo Alderighi è opportuno che ciascuno abbia il proprio piano.
Il palcoscenico così allestito si è presentato al nostro pubblico, che ha risposto all’invito con un affluenza insolitamente numerosa. Non solo, per la prima volta da anni il tradizionale temporale, che tante volte ha turbato il concerto, non c’è stato.
Il palcoscenico così allestito si è presentato al nostro pubblico, che ha risposto all’invito con un affluenza insolitamente numerosa. Non solo, per la prima volta da anni il tradizionale temporale, che tante volte ha turbato il concerto, non c’è stato.
Il pubblico è stato salutato prima dal Presidente ALDAI-Federmanager Bruno
Villani, che ha ringraziato il Gruppo Cultura per le numerose ore di volontariato dedicate alla collettività dell'Associazione, e in seguito dal Presidente della Commissione Studi Mario Garassino. Una breve presentazione, a mia cura, dei titoli del repertorio e sul palcoscenico sono saliti, in ordine, Alfredo Ferrario ed il suo magico clarinetto, Roberto Piccolo al contrabbasso e Nicola Stranieri alla batteria. Uno scrosciante applauso ha accolto Stephanie Trick e Paolo Alderighi, ben noti al nostro pubblico, ma che hanno il grande pregio di sapersi rinnovare continuamente e ciò rende ogni serata speciale.
Non ho fatto in tempo nemmeno a scendere dal palcoscenico e le note della celebre sigla di Duke Ellington, Take the A Train, ha iniziato ad echeggiare in sala. In rapida successione si sono susseguiti famosi motivi: Chinatown my Chinatown, Bei mir bist du Schein (canzone Yiddish che tradotta significa “Ai miei occhi tu sei bella”). Un omaggio nostalgico a Natalino Otto e il suo “In cerca di te, perduto amore”, e poi Stephanie ha lasciato i presenti di stucco con un virtuosismo, difficile da descrivere con le parole suonando l’Entertainer di Scott Joplin.
Villani, che ha ringraziato il Gruppo Cultura per le numerose ore di volontariato dedicate alla collettività dell'Associazione, e in seguito dal Presidente della Commissione Studi Mario Garassino. Una breve presentazione, a mia cura, dei titoli del repertorio e sul palcoscenico sono saliti, in ordine, Alfredo Ferrario ed il suo magico clarinetto, Roberto Piccolo al contrabbasso e Nicola Stranieri alla batteria. Uno scrosciante applauso ha accolto Stephanie Trick e Paolo Alderighi, ben noti al nostro pubblico, ma che hanno il grande pregio di sapersi rinnovare continuamente e ciò rende ogni serata speciale.
Non ho fatto in tempo nemmeno a scendere dal palcoscenico e le note della celebre sigla di Duke Ellington, Take the A Train, ha iniziato ad echeggiare in sala. In rapida successione si sono susseguiti famosi motivi: Chinatown my Chinatown, Bei mir bist du Schein (canzone Yiddish che tradotta significa “Ai miei occhi tu sei bella”). Un omaggio nostalgico a Natalino Otto e il suo “In cerca di te, perduto amore”, e poi Stephanie ha lasciato i presenti di stucco con un virtuosismo, difficile da descrivere con le parole suonando l’Entertainer di Scott Joplin.
Nel 2018 sono ricorsi i 100 anni dalla nascita di Leonard Bernstein, che è stato ricordato con una selezione di brani dal suo celebre musical “West Side Story”. La selezione è caduta su quattro brani: Tonight, I feel pretty (chi non ricorda l’incantevole viso di Natalie Wood?), Somewhere e America. Poi in una sequenza mozzafiato Blue Call a Rag, Nuages e Mr. Sandman. Il motivo Heartaches (Mal di cuore) richiede qualche riga di spiegazione in più. La canzone fa parte del repertorio della regina della musica Country americana, Patsy Cline, cantante venerata non meno di Elvis Presley. Scomparsa tragicamente nel 1963 in seguito allo schianto del suo piccolo aereo col quale si spostava da una tappa all’altra nelle sue tournée. A distanza di quasi 60 anni dalla sua uscita di scena, le sue canzoni continuano ad essere trasmesse senza sosta dalle stazioni radio del continente nord americano. Infine nel bis non poteva mancare un Blues and Boogie che ha concluso una serata memorabile.
Un personaggio saggio ha detto che i bei ricordi sono le cantine di vino della nostra mente e con un concerto di questo livello sicuramente qualche bella cassa di buon vino il pubblico l’avrà riempita.
A questo punto una domanda tormenta gli organizzatori del Concerto di Primavera: dopo la musica presentata in una simile serata che cosa si può escogitare per l’anno 2020? È una domanda da far tremare i polsi. Ce la faranno i nostri eroi?
Un personaggio saggio ha detto che i bei ricordi sono le cantine di vino della nostra mente e con un concerto di questo livello sicuramente qualche bella cassa di buon vino il pubblico l’avrà riempita.
A questo punto una domanda tormenta gli organizzatori del Concerto di Primavera: dopo la musica presentata in una simile serata che cosa si può escogitare per l’anno 2020? È una domanda da far tremare i polsi. Ce la faranno i nostri eroi?
15 giugno 2019