Quale futuro per l'Europa?

I dirigenti ne discutono il 27 marzo

Raffaele Tasserini

Coordinatore GdL Geopolitica e Internazionalizzazione ALDAI-Federmanager
Coordinatore GdL Dirigenti per l'Europa ALDAI-Federmanager
gdl.geo.int.aldai@gmail.com

Nel corso degli ultimi anni ALDAI si è costantemente interessata ai problemi dell’Europa Unita, partendo dalle sue basi teoriche con il Manifesto di Ventotene, passando attraverso la fondamentale nascita della CECA, la nascita dell’Unione e della sua Costituzione, attraverso il passaggio dai sei Paesi fondatori agli attuali ventotto e con l’avvento dell’euro adottato dalla maggioranza.
Non vi è mai stato un accordo tra i contraenti tale da determinare una facile convivenza. Troppe sono le differenze culturali e sociali che rendono difficile accettare una Costituzione e le sue leggi talvolta ritenute imposizioni del più forte. La vita all’interno dell’Unione è sempre stata difficile e ha creato complicazioni notevoli. Pensiamo al trattamento subìto dalla Grecia.
Ciò ha risvegliato un desiderio di cambiamento, sentito da tutti in effetti, che si è particolarmente sviluppato in Paesi che da anni sono alla ricerca di una vera democrazia interna e che assumono tendenze “sovraniste”, critiche verso un’Europa che giudicano creata solo a favore dei Paesi più sviluppati.
Sanno però bene che solo nell’Unione europea potranno svilupparsi e sono, perciò, contro l’attuale Unione, contro il suo presunto centralismo, ma fortemente la vogliono, cambiata a loro favore. Non accettano dunque quello che ora dovrebbe essere il superamento delle identità nazionali politicamente parlando e sono contrari alla naturale evoluzione in questo senso. D’altra parte i Paesi nordici e i Paesi Bassi non vogliono concedere ad altri l’aiuto che sarebbe necessario.
“L’Europa, dunque, è e rimane un’alleanza di Stati in gran parte sovrani, differenti per lingua, cultura, storia e tradizioni che oltretutto sono oggi premuti dalle opinioni pubbliche a recuperare spazi ulteriori di sovranità nazionale.
L’unione monetaria ha raggiunto i suoi primi vent’anni e avrebbe dovuto essere propedeutica alla futura unificazione politica se, come si desidera, si vuole arrivare agli Stati Uniti d’Europa, come nelle intenzioni finali dei Padri Fondatori.
Alla fine del 2017 ALDAI ha realizzato un evento di presentazione dei risultati dell’indagine “I dirigenti e l’Europa” che ha messo in evidenza che la fiducia nella UE dei dirigenti Italiani (66%) era quasi il doppio di quella degli altri italiani (36%) e molto maggiore di quella degli altri Paesi europei (42%).
Una delle domande in particolare chiedeva “Ritieni che per uscire dall’attuale momento di crisi la UE debba modificare il proprio assetto istituzionale?” e aveva riscosso la maggioranza dei sì.
Ora, sulla base dell’evento delle elezioni europee di maggio è lecito chiedersi “Quale futuro per l’Europa?” dando per scontata l’importanza dell’appuntamento elettorale per capire la visione politica che dominerà il vecchio continente.
Opportuna quindi la domanda “Sovranisti (Gruppo Visegrad e non solo) contro Europeisti”: chi la spunterà?
In attesa di conoscere i programmi e le proposte dei candidati, abbiamo provato a chiederci cosa i dirigenti desidererebbero per l’Europa.
L’abbiamo sintetizzato nei seguenti tre macro obiettivi/aspettative, che rappresentano le tre domande che riteniamo più urgenti:
  • Quale futuro Socio-Economico per l’Europa?
  • Quale futuro per l’Europa con Federalismo vs. Nazionalismo
  • Quale futuro per l'Informazione in Europa?
Questi temi saranno sviluppati da tre nostri colleghi in un incontro con dibattito finale in occasione dell’Evento organizzato dal GdL dirigenti per l’Europa.

L'incontro si terrà in ALDAI
sala Viscontea Sergio Zeme - via Larga 31 – Milano

Mercoledì 27 marzo 2019 alle ore 17.00  

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