Il concetto di Pace nel tempo, imparando dalla Storia

Pace, qualcosa di più che la fine di una guerra

Mario Garassino 

Presidente Commissione Studi e Progetti

Giorgio Medi 

Vicecoordinatore del Gruppo Cultura
Non è possibile una definizione di Pace che accontenti ogni persona. Nei secoli, nella storia umana, ha avuto diversi modi di essere definita. Noi siamo eredi di una tradizione che non è sempre riuscita a darne una definizione indipendente dalla guerra. Ciò può portare confusione, e storicamente è avvenuto come anche ai tempi nostri, con il concetto di Tregua, più o meno lunga.

Dato per scontato che nel passato più lontano i momenti di tensione di tutti i tipi, per la non condivisione con altri di ciò che si desiderava possedere (potevano essere animali, territori, qualunque bene che si considerasse tolto al soggetto se desiderato), facilmente portavano a una lotta, a un conflitto o a una guerra quando ampliato a diverse popolazioni, passando secoli di estreme difficoltà, si può dire che molto non è cambiato neppure oggi. 

La parola Pace significa qualcosa di più che la fine di una guerra, bensì un patto fatto per allontanare un conflitto, una premessa che si raggiunge attraverso il suo allontanamento. Ciò significa che il termine Pace è soprattutto una condizione interna all’uomo che, di natura, non deve privilegiare la guerra. Si sa, però, che non è così. Mentre la parola “guerra” fornisce immediatamente una precisa idea a tutti, la parola “Pace” ha avuto nel tempo diversi significati a seconda delle culture che la utilizzano.
L’etimologia della parola “Pace”, in lingue molto antiche, ma anche in latino, ha almeno due significati: pace da una guerra e pace interiore, con l’aggiunta del verbo “paciscor” che significa pattuire, accordarsi, stipulare, prendere un impegno. Pace nei secoli può significare quindi uno stato personale interiore psicologico o spirituale, oppure uno stato della collettività raggiunto con assenza di conflitti interni o esterni.
Guerra fornisce subito un’idea chiara e immediata di uno stato solitamente di disagio, mentre Pace è soggetto talvolta indefinibile, essendo uno stato esistenziale.

Passando ora a considerare la realtà storica di oggi, in Europa, possiamo dire che siamo abituati a considerare la Pace un bene acquisito, garantito alla nostra società per sempre.  E rimaniamo sconcertati quando la guerra ci coinvolge da vicino, anche se non interviene nel nostro Paese direttamente.
Le riflessioni che allora siamo costretti a fare ci possono insegnare qualcosa, per esempio se ci chiediamo che cosa può aiutare veramente il rafforzamento della Pace.  
Può capitare allora di comprendere quanto la democrazia fondata sui diritti e sulla responsabilità dei cittadini sia un presupposto importante per dare al mondo una prospettiva stabile di Pace. Si fa riferimento qui a una democrazia vera, in cui non solo i poteri sono opportunamente distribuiti (il Parlamento è eletto democraticamente ed esistono i giusti contrappesi che assicurano limiti e controlli su ogni istituzione), ma in cui nella società reale le libertà e i diritti universali sono assicurati e i cittadini si sentono essi stessi responsabili di contribuire al buon funzionamento dello Stato. È questa una condizione comunque sempre perfettibile, da migliorare e sviluppare continuamente, sapendo che la democrazia è – direi quasi per definizione – una creatura imperfetta, fragile, sempre esposta a minacce disgregatrici.

A questa conclusione si può giungere rivolgendo lo sguardo al passato e constatando quanto la società degli umani abbia progredito nella sua Storia, non solo nella capacità di dominare la materia e lo spazio sul pianeta, ma anche nel modo di organizzarsi collettivamente creando condizioni di vita comune pacifica e produttiva.  A questo traguardo l’umanità è stata capace di arrivare grazie agli sviluppi culturali che essa stessa ha prodotto, cioè i progressi nelle scienze, nelle tecnologie, in letteratura, filosofia, arte, discipline sociali, ecc. La cultura dell’umanità infine, evolvendosi, diffondendosi, scoprendo nuovi modi di applicarsi al miglioramento delle condizioni di vita della specie umana su questa Terra (ma ormai la prospettiva si sta aprendo ad altri luoghi nello spazio), ci ha tracciato la via per dare alla Pace un futuro certo, anche se essa andrà continuamente difesa e nutrita di nuova linfa vitale.  

Come è arrivata l’umanità a questo risultato? Dandoci prima la visione e la speranza, poi l’esperienza compiuta dell’unico sistema di organizzare la vita in comune che dà risultati efficaci e che si auto-alimenta per sopravvivere e rafforzarsi nel tempo: appunto, la democrazia dei diritti e della responsabilità.
La Pace è sempre stata una condizione fragile ed effimera nella Storia dell’umanità, e in certa misura lo è ancora, ma proprio la Storia ci insegna che gli esseri umani hanno trovato definitivamente un’alternativa al semplice prevalere della forza, al sopruso, alla necessità di togliere ad altri ciò di cui abbiamo bisogno. Da una parte gli umani hanno scoperto che la torta da dividere può essere sufficiente per tutti, dall’altra che, sia pure in prospettiva, è molto più proficuo per tutti dividerla in parti uguali; la torta, inoltre, poiché siamo noi a crearla, può essere sempre più ricca di benefici da distribuire.  La vera difficoltà è accettare l’idea che siamo ancora lontani dalla meta, e che ci vogliono ancora molto lavoro e fatica da dedicare all’impresa.  Ma possiamo farci coraggio con i risultati finora raggiunti.

Quanto esposto in queste righe sarà oggetto dei due incontri annunciati nel box “Save the date”: nel primo parleremo di come, e quando, sia cambiato il concetto di Pace nel tempo, cercando i momenti nei quali il suo concetto ha cercato di differenziarsi da quello di Guerra.  Nel secondo parleremo invece di quanto sia importante, per contribuire alla Pace, rafforzare nel patrimonio culturale di ogni individuo i principi che sono alla base della democrazia dei diritti e della responsabilità.

SAVE THE DATE

I due incontri sulla Pace si terranno rispettivamente

mercoledì 29 marzo 2023 e mercoledì 12 aprile 2023
alle ore 17:00 presso la Sala Viscontea Sergio Zeme

Per partecipare è necessaria la registrazione su www.aldai.it

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