Perché Bob Dylan?
Gruppo Cultura – Ciclo Letteratura 2022 – Premi Nobel
Mario Garassino
Presidente Commissione Studi e Progetti
Guiliano Ceradelli
Socio ALDAI-Federmanager
In questa presentazione non parleremo della vita di Bob Dylan, accenneremo certamente alle sue opere, ma desideriamo solo farci e farvi una domanda. “Perché Bob Dylan?” “Perché a lui il Nobel?”.
Risponderemo in seguito alla domanda. Per ora vorremmo informarvi di due fatti, il primo è che non troverete un romanzo scritto da Bob Dylan: esiste la sua autobiografia Chronicles 1, della quale esiste un’unica edizione in italiano che termina alla fine del 2000, e Chronicles 2, solo in inglese. Ci sarà anche una terza parte in futuro. Esiste però, per chi fosse appassionato, o interessato, una raccolta in tre volumi di tutti i testi, in inglese con traduzione italiana, edita da Feltrinelli, che useremo durante l’incontro che sarà allietato da video o musica del premio Nobel. Questo grazie alla presenza di Giuliano Ceradelli, che ha già presentato opere di Bob Dylan durante le sue conferenze in ALDAI sulla musica jazz e non solo.
Torniamo ora alla domanda. Innanzi tutto dobbiamo evidenziarvi quanto è detto nella giustificazione della scelta per il Nobel: “Per aver creato nuove espressioni poetiche all’indirizzo della grande tradizione della canzone americana”.
Stoccolma aveva ragione?
Elenco tutti i Nobel della Letteratura italiana e statunitense:
Italia: Carducci (1906), Deledda (1926), Pirandello (1934), Quasimodo (1959), Montale (1975), Fo (1997).
Stati Uniti: Sinclair Lewis (1930), O’Neil (1936), Buck (1938), Elliot (1948), Faulkner (1949), Hemingway (1954), Steinbeck (1962), Bellow (1976), Singer (1978), Morrison (1993), Dylan (2016), Gluck (2020).
Sei italiani, ma il 50% per la poesia; 12 statunitensi, ma, con Elliot e Gluck, solo Bob Dylan per la poesia.
Rifacendoci ancora alla domanda, il Nobel a Bob Dylan non è certo dato alla sola “parola scritta”, ma è un ritorno alla poesia nata prima della scrittura, nata subito dopo il canto. Ricordiamoci Omero. L’opera di Bob Dylan non è fatta per essere scritta, ma è come un qualcosa che esce dalla gola e dalla bocca. Ciò non toglie, evidentemente, validità a molti testi.
Ricordiamo il Nobel a Dario Fo: “Seguendo la tradizione del giullare medievale, dileggia il potere restituendo dignità agli oppressi”.
Quante lamentele anche allora in Italia per il Nobel a una persona fuori dall’usuale! Forse – anche pensando alle motivazioni per Fo – nasce il premio a Dylan. Anche i testi di Dylan nascono in anticipo rispetto alla pagina scritta, come le prime rappresentazioni teatrali (Shakespeare). Tali testi non vengono mai separati nella rappresentazione da voce e musica, ma ciò non toglie loro la validità. Sono poesia. Letteratura? Poesia! Poesia cantata, ma sempre poesia.
Ritorno ora ai “nostri poeti” premi Nobel, paragonando alcune parti di loro testi a parti di Bob Dylan.
Carducci - “San Martino”
“La nebbia agli irti colli
piovviginando sale,
e sotto il maestrale
urla e biancheggia il mar”.
Quasimodo - “Ed è subito sera”
“Ognuno sta solo sul cuor della terra
trafitto da un raggio di sole:
ed è subito sera”.
Montale - “Meriggiare”
“Meriggiare pallido e assorto
presso un rovente muro d’orto,
ascoltare tra i pruni e gli sterpi
schiocchi di merli, frusci di serpi”.
Dylan - “Blowin’ in the Wind”
“Un uomo quante strade deve fare
prima di dire che è un uomo?
E una colomba quanti mari deve passare
prima di dormire sulla sabbia?
E le palle di cannone quante volte dovranno volare
prima di abolirle per sempre?
La risposta, amico mio, vola via nel vento.
La risposta vola nel vento.”
Dove sta la differenza tra queste poesie? La poesia va con i tempi. In Bob Dylan, nella vastità dei suoi testi, troviamo tutto il nostro mondo, dalla critica della guerra alle denunce per l’atteggiamento dei propri simili, alla critica della politica. E si va oltre il languore dolce di Carducci, la linda arte di Quasimodo, il non facile poetare di Montale. Si tratta invece di denunce dei soprusi, delle guerre, della povertà, dell’indifferenza. Fatti esposti con un linguaggio diretto senza arzigogoli. Dylan non vuole essere rassicurante, ma vuole far vibrare chi ascolta. Shakespeare può essere letto, ma è differente dal vederlo a teatro: è sempre grande, ma recitato è immenso. I personaggi di Bob Dylan cercano la bellezza, l’avventura, il sesso e anche Dio. Sono spesso accompagnati da un mondo che li delude, da un senso di abbandono, dalla presenza di sventura. Sono esseri profondamente umani.
Ricordiamo che il canto, oltre ad avere la possibilità di essere trascritto, è un mezzo di comunicazione più antico della poesia scritta e anche della poesia orale.
Bob Dylan “non scrive poesie”, “scrive e canta poesie”. A lui la pagina scritta non basta. Serve la costruzione di un suono, quello delle voci.
Libri consigliati
“Bob Dylan, Liriche”, 3 volumi, Feltrinelli
“La voce di Bob Dylan”, Alessandro Carrera, Feltrinelli
“Chronicles, vol. 1”, Bob Dylan, Feltrinelli
“Bob Dylan”, Salvatore Esposito, Hoepli
SAVE THE DATE
L'incontro dedicato a Bob Dylan si terrà
mercoledì 9 novembre 2022 alle ore 17:00
presso la Sala Viscontea Sergio Zeme
Per partecipare è necessaria la registrazione su www.aldai.it
01 ottobre 2022