Rapporto tra la tecnologia e il design
L'estetica gioca un ruolo fondamentale nel successo di un prodotto, qualunque esso sia
Luigi Merlini
Socio ALDAI-Federmanager
Lo sviluppo tecnologico determina continuamente profonde trasformazioni nella società moderna. La tecnologia ha senza dubbio un impatto su quello che ci circonda, ma anche sulla nostra vita quotidiana.
Le nuove tecnologie hanno facilitato il modo in cui compriamo ed eseguiamo diverse transazioni commerciali: basti pensare ai numerosi siti di e-commerce, che consentono di acquistare qualsiasi cosa ricevendola direttamente a casa propria o nel posto desiderato.
In questo contesto in continua evoluzione, il design si adegua per interpretare le attese del mercato, talvolta addirittura anticipandole.
Il progetto non è solo la somma di molti elementi – che vanno da quello formale a quello tecnologico, da quello funzionale a quello culturale, a quello comunicativo e perfino a quello di servizio –, ma è la loro integrazione organica.
La semantica della parola design trova, quindi, la sua giustificazione nel contesto cui si riferisce.
Sicuramente l’estetica gioca un ruolo fondamentale nel successo di un prodotto, qualunque esso sia. Oggi la bellezza è necessaria, l’estetica dell’oggetto o del servizio viene ad assumere notevole rilevanza per comunicare all’esterno caratteristiche di qualità, piacevolezza, interesse, novità – in poche parole, le prestazioni del prodotto – che suscitino nell’acquirente il desiderio di servirsene, e originino l’impulso di avvio nel processo decisionale ai fini dell’acquisto.
Mi hanno sempre colpito le parole di Henry Ford, che considero di un’attualità sorprendente, sul tema utilità-bellezza riguardo alla sua vettura, la Ford modello T: “Un’automobile è un prodotto moderno, e deve essere costruita non per rappresentare qualcosa, ma per prestare il servizio per cui è prevista”.
Ford non era certamente un innovatore estetico, ma un visionario che era profondamente convinto che l’utilità avesse una propria bellezza interiore.
Dal pensiero di Ford si evince il concetto di fruibilità del prodotto, progettato come ingrediente essenziale per il successo commerciale di qualsiasi bene. In anticipo di molti decenni, Ford divenne l’antesignano del moderno dogma della customer satisfaction.
Sullo stesso argomento, Ettore Bugatti diceva che “un’opera tecnica non può essere perfetta se non lo è anche dal punto di vista estetico”.
Un’estetica che nasce dall’interno della macchina, dal suo cuore meccanico, dall’armonia, dall’eleganza, dalla semplicità, dall’equilibrio rigoroso della sua concezione tecnica.
Il rapporto, quindi, tra tecnologia e design si può esprimere attraverso il ruolo che il designer dà alla bellezza: non un’estetica fine a sé stessa, ma una che risponda a contenuti del progetto, quali fruibilità, semplicità, equilibrio e armonia tra le soluzioni adottate.
Un esempio chiarisce il concetto.
Progettata da Marcello Nizzoli per Olivetti nel 1950, Lettera 22 è il primo esempio di macchina per scrivere portatile, leggera e compatta, facile da trasportare e maneggevole. Viene venduta in una custodia con maniglia, prima di cartone e poi in similpelle, con impresso il logo della fabbrica.
Al suo interno era contenuto anche un 33 giri con un corso di dattilografia, completo di testo per esercizi di dettatura scritto da Mario Soldati.
Il disegno di Nizzoli della “carrozzeria” segue i volumi della tastiera e dei meccanismi interni, coniugando il rigore formale e funzionale con un gradevole aspetto estetico.
La tastiera è incorporata nella carrozzeria, così come il rullo, di cui sporge solo la manopola; anche l’ingombro della leva dell’interlinea è minimo, per soddisfare nel modo migliore le esigenze di trasportabilità e di limitato ingombro.
Entrata nella collezione permanente del MoMA di New York e premiata con il Compasso d’Oro nel 1954, nel 1959 viene promossa dall’Istituto Tecnologico dell’Illinois come primo dei 100 migliori prodotti di design realizzati negli ultimi 100 anni.
Sono ormai passati settant’anni dall’ingresso di Lettera 22 al MoMa di New York e la tecnologia ha operato trasformazioni nella società inimmaginabili a quel tempo, e in questo rinnovato contesto il design assume proteiformi sembianze. Prendiamo il caso degli Smart Glasses sviluppati da Luxottica e Facebook.
La collaborazione porta con sé una concezione completamente nuova della fotografia, della condivisione e dell’ascolto, il tutto integrato in un semplicissimo paio di occhiali.
Ogni modello Ray-Ban Stories integra una dual camera da 5 MP con funzionalità foto e video, auricolari open-ear e un sistema audio composto da tre microfoni per riprodurre suoni e voce in alta qualità durante le telefonate e i video.
È lecito a questo punto chiedersi quale sia il rapporto tra la tecnologia e il design. Per la tecnologia non ci sono dubbi, siamo nel campo della realtà virtuale che si sta allargando ogni giorno di più. Ma il design che ruolo gioca con un prodotto come gli occhiali Ray-Ban, la cui estetica è ormai un’icona di stile, che ha contribuito a fare la storia dell’occhiale? Qui il prodotto “occhiale” è una commodity, non è certo lui l’oggetto del design. Allora dobbiamo estendere il concetto di design all’intero sistema integrato, occhiale, elettronica e software. Il design ancora una volta si è adattato al contesto, e da design for manufactoring della Lettera 22 si propone come design for communication, un design intimamente integrato con la tecnologia, che non offre più solamente prodotti ma esperienze. Abbiamo varcato la soglia dell’experience design.
SAVE THE DATE
L'incontro Rapporto tra la tecnologia e il design si terrà
mercoledì 12 novembre 2024 alle ore 17:30
presso la Sala Viscontea Sergio Zeme
Per partecipare è necessaria la registrazione su www.aldai.it
01 ottobre 2024