Vladimir Nabokov, uno scrittore russo in America
Per il ciclo “Dalla Lost Generation alla Beat Generation: la letteratura USA 1920-1950”

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Mariagrazia Zanella - Jurij Tilman
Componenti Gruppo Cultura ALDAI-Federmanager
Prima di iniziare il discorso letterario, è necessario avere un’idea delle varie vicende che hanno causato le emigrazioni dalla Russia verso l’Occidente. Il vasto movimento di emigrazione, che la critica cataloga come prima ondata, è avvenuto in conseguenza degli eventi della Rivoluzione d’Ottobre e della guerra civile.
Cause diverse hanno determinato la seconda ondata che cominciò nel 1945, con la fine del secondo conflitto mondiale, e continuò fino alla morte di Stalin, nel marzo 1953. Si trattava, infatti, di soldati o persone russe che per svariati motivi già non si trovavano in territorio russo.
La terza ondata ebbe luogo nel decennio 1970 - 1980 e vide lasciare il Paese i dissidenti e un’ingente massa di cittadini di origine ebraica, a cui venne concesso il visto per raggiungere Israele.
Si può infine parlare di una quarta ondata di emigrazione, cominciata nel febbraio del 2022, in seguito alla cosiddetta “operazione militare speciale”, ovvero l’invasione dell’Ucraina.
È quindi chiaro che queste ondate di emigrazione sono fenomeni molto diversi tra loro e in letteratura hanno prodotto scrittori con orientamenti eterogenei.
Nella nostra presentazione ci focalizzeremo particolarmente sulla prima ondata, cioè sugli emigrati che lasciarono il Paese per esprimere la propria resistenza nei confronti del bolscevismo, persone “costrette” a fuggire a causa delle nuove circostanze sociali e politiche. Erano soggetti che quindi avevano un grande rimpianto per una Russia che non esisteva più. Nell’ambito letterario, il sentimento di amarezza veniva spesso espresso con opere piene di nostalgia per il proprio Paese, ne risultava un’idealizzazione della Russia. Pertanto, era una letteratura che parlava quasi sempre del “bel passato” di tradizioni e folclore ormai irreali.
Qualche anno fa abbiamo presentato il premio Nobel del 1933, Ivan Bunin, che con i suoi racconti Viali Oscuri rappresenta un esempio eccellente di questo tipo di letteratura di ricordi.
Anche Vladimir Nabokov (1899-1977), non sfugge al sentimento di rimpianto per la patria e la sofferenza dello stare altrove, ma tale dicotomia viene trattata in modo particolare: riesce a mettere insieme questi due mondi, vuole fondere la memoria, la fantasia, il sogno felice con la realtà, dominata dalla disgregazione e dalla solitudine.
Questo l’argomento ricorrente delle sue opere che si presenta però in modo diversificato e originale, divenendo un tema universale sulla condizione umana. Nabokov è diventato ugualmente famoso sia come autore russo che americano. Scrisse molti dei suoi primi romanzi in russo, ma poi passò completamente all’inglese, lingua nella quale era fluente fin dall’infanzia.
Ecco come lui stesso si definisce: “Sono uno scrittore americano, nato in Russia, educato in Inghilterra, dove ho studiato letteratura francese prima di trasferirmi in Germania per quindici anni. […] La mia mente parla inglese, il mio cuore parla russo e il mio orecchio parla francese”.
Certamente la sua fama in Occidente è dovuta al celebre romanzo Lolita scritto in inglese e quindi da lui tradotto in russo. È la storia di un uomo adulto (Humbert Humbert) che perde la bussola morale e trova l’amore della sua vita sotto forma di una ragazzina di 12 anni di nome Lolita, violando convenzioni e tabù. Sebbene sia stato spesso considerato un romanzo scandaloso, in realtà Lolita serba molte sorprese in termini di parodia, satira e poesia.
Queste sono alcune delle tematiche che verranno approfondite nel corso della nostra presentazione che sarà arricchita anche da altri esempi di scrittori russi emigrati in Occidente.
SAVE THE DATE
L'incontro Vladimir Nabokov, uno scrittore russo in America si terrà
giovedì 23 ottobre 2025 alle ore 17:00
presso la Sala Viscontea Sergio Zeme
Per partecipare è necessaria la registrazione su www.aldai.it
01 luglio 2025