Memorie di un (altro) ottuagenario

“Quelli eran giorni, sì, erano giorni, eTu/al mondo no, non chiedere di più”

Gianni Soleni  

Federmanager Venezia

Raccolgo l’invito pubblicato a fondo pagina 40 di DIRIGENTI NORDEST di giugno, in coda al simpatico articolo del collega Alberto Pilotto: "Memorie di un ottuagenario".

Condivido buona parte delle memorie dell’amico e inserisco alcune sintetiche puntualizzazioni personali:

1. Esame di Maturità: noi studenti iscritti agli ITIS (Istituto Tecnico Ind. Statale. vedi ad esempio Rossi a Vicenza, Pacinotti a Mestre, Malignani a Udine, etc) NON avevamo l’onore di diventare “maturi”, ma solamente di raggiungere il “diploma di perito industriale capotecnico”. All’esame al termine del quinto anno portavamo TUTTE le materie del triennio di specializzazione (terza/quarta/quinta), esclusa condotta, educazione fisica e religione.

2. Viaggio “Europeo”: avevo 15 anni e una morosa (forse meglio dire “pseudo-morosa”, una bionda “fraulein” simil-Loreley di due anni più anziana di me) che risiedeva in Germania vicino a Treviri e al Lussemburgo, quindi pensai bene di andare a casa sua a farle visita (naturalmente in treno e a spese mie personali, frutto di sudati risparmi pluriennali). Mia madre mi disse “tu vai, ma ricordati che io non ti do il permesso”. Viaggio memorabile oltre le “colonne d’Ercole” del confine di Stato (a quei tempi Schengen era nei sogni), attraversando in treno il mitico Tunnel del Gottardo (quello vecchio) in Svizzera, costeggiando il fiume Reno con tutto il suo carico di leggendaria mitologia (comprese Walkirie, Loreley, Nibelunghi, etc), la dolce Mosella con i suoi vigneti, etc. Viaggio memorabile ma, riguardo l’argomento morosa, come era prevedibile, un flop “monumentale” (per dirla alla Trump) su tutta la linea.

3. Regalo per il Diploma: niente auto (impensabile), ma la chance di poter frequentare l’università patavina (ovviamente treno + piedi) grazie anche al fatto che risultavo iscrivibile esentasse per la (modestamente) buona votazione conseguita all’esame di perito ed in forzata attesa del servizio militare (quindi impossibilitato a cercare un lavoro serio). L’esentasse riuscii a prolungarlo nei successivi anni. L’auto (una Fiat 500 usata semestrale, ma modello L=Lusso) arrivò più tardi, durante il servizio militare (pagamento rateale) con lo stipendio di ufficiale di complemento.

4. Università: quando mi iscrissi (anno accademico 1965/66) si apriva il primo anno nel quale ai periti provenienti dall’ITIS era concesso di accedere senza esami selettivi di ingresso. Mio fratello (un anno avanti a me), pure lui perito tecnico, ad esempio ne era stato escluso causa esame andato male.

5. Festa della Matricola: quasi una leggenda (salvo la realtà della presenza “appiccicosa” durante il primo anno dei cosiddetti “anziani”, spesso benestanti fuoricorso ad oltranza, che ci chiedevano papiro e soldi per le sigarette e altro). L’agognata festa dell’8 febbraio (e relativo contorno di miss, dato che gli studenti di ingegneria erano allora pressoché tutti maschietti) la vedevamo col binocolo di straforo o poco più, impegnati (nel ruolo di pendolari) ad andare su e giù da casa a Padova (a piedi/bici + treno) e lì dalla stazione F.S. alla periferica Porta Portello presso la quale era “nato” da poco il decentrato Istituto di Elettrotecnica ed Elettronica, e a macinare esami. In verità, per dirla tutta, pendolari sì ma bravissimi giocatori di briscola, tressette e scopa per meriti acquisiti durante le due mezz’ore giornaliere di viaggio col treno “accelerato” (allora si chiamava così il treno che sostava in tutte le stazioni tra Padova e Mestre).

Gianni Soleni

Gianni Soleni - Federmanager Venezia

Non mi dilungo oltre. 

Per finire: ogni ottuagenario ha le sue particolari memorie…