Lo stralcio delle cartelle esattoriali non è solo uno “schiaffo” agli onesti

La pace fiscale proposta del Governo con il condono totale per quelle fino a 1.000 euro sconcerta chi paga fino all’ultimo euro e fa riflettere sul significato di equità e sulle finanze del Paese

Franco Del Vecchio

Consigliere ALDAI Federmanager - franco.del.vecchio@tin.it
Fra i doveri civici il pagamento delle tasse e delle cartelle esattoriali è irrinunciabile, soprattutto quando il Governo non ha le risorse per fronteggiare agli impegni nei confronti dei cittadini onesti, ad esempio non rivalutando le pensioni.

Lo stralcio del debito dei cittadini morosi è in netta contraddizione con il presunto riconoscimento del merito dichiarato dal Governo, che non può limitarsi ad aggiungere il termine “Merito” al Ministero della Pubblica Istruzione.

Non vi sono dubbi sul fatto che i costi di riscossione possano oggi superare il valore del credito scaduto, ma i principi del diritto non si possono cancellare per ragioni economiche, o meglio per mala gestione dei crediti in sofferenza.

In qualsiasi azienda i crediti sono considerati in sofferenza se il pagamento non è onorato nei 90 giorni dalla scadenza. Il credito in sofferenza è quindi gestito tempestivamente con il debitore allo scopo di verificarne la legittimità e disponibilità al rientro nei tempi e modalità che permettano di conseguire il miglior risultato per l’azienda e anche per il debitore. Se il debitore non è in grado di onorare il pagamento per fallimento, decesso o altra ragione oggettiva, il credito passa dalla sofferenza alla perdita nel bilancio dell’anno. (Punto).

Il direttore amministrazione e finanza che presentasse la proposta di cancellazione dei crediti inesigibili scaduti da oltre 7 anni sarebbe licenziato in tronco, per non aver provveduto prima.

Quindi oltre all’ingiusto premio ai disonesti, sconcerta la gestione dei crediti da parte dello Stato che si sveglia dopo oltre sette anni.

Quali conseguenze sul bilancio dello Stato?

Enorme l’entità dei crediti scaduti dello Stato pubblicati in questi giorni dagli organi di stampa, ben 1.132 miliardi euro e di questi, la Corte dei Conti ritiene che se ne potranno riscuotere solo il 6-7%.

Al verificarsi delle ipotesi di inesigibilità definitiva del credito, questo deve essere cancellato dal bilancio utilizzando il fondo svalutazione crediti a storno del suo valore, e rilevando una perdita su crediti per l'eccedenza che non trova capienza nel fondo di svalutazione. Insomma lo Stato dovrebbe coprire la perdita risultante dal credito inesigibile o condonato con maggiori tasse o aumentando il debito pubblico, penalizzando rispettivamente i soliti onesti che pagano le tasse e i giovani che dovranno prima o poi pagare i debiti dello Stato. Non proprio come vorrebbe il riconoscimento del "Merito".

Tenendo in considerazione i dati Italia previsti per il 2022: PIL 1.850 miliardi di euro circa, debito pubblico di 2.742 miliardi di euro, entrate per 615 miliardi di euro e un credito inesigibile secondo la Corte dei Conti di 1.053 miliardi di euro, avremmo un credito in bilancio non esigibile pari al 171% delle entrate annuali e una esposizione nei confronti dei creditori del 148% rispetto al PIL e del 446% rispetto alle entrate annue che un serio commercialista considererebbe da fallimento.

Creare valore per il Paese

Per decenni abbiamo vissuto al di sopra delle possibilità del Paese, aumentando il debito pubblico.

Da molti decenni i Governi si dedicano esclusivamente a ridistribuire la ricchezza senza contribuire a crearla avviando progressivamente alla miseria i cittadini del Belpaese.

Da troppi decenni i Governi decretano interventi per rimediare problemi contingenti del presente e del passato, senza investire tempo e denaro per il futuro del Paese.

L’eccesso di burocrazia crea un contesto ideale per i “furbi inadempienti” che non pagano le cartelle esattoriali e che potrebbero ricevere al tempo stesso reddito di cittadinanza, sussidi e bonus.

Per sanare il bilancio dello Stato è necessario un gestore unico del rapporto fiscale e dei sussidio ai cittadini. Un gestore del rapporto fiscale che invece di sommergerci con valanghe di citazioni e raccomandate, inizi a parlare con i cittadini per gestire il rapporto del dare, avere e del credito in sofferenza in modo concreto e creativo, ad esempio compensando il debito con servizi sociali: assistenza alle persone bisognose, supporto ai servizi civili, pulizia dei boschi, etc.

Anche in questo caso l’esperienza dei manager potrebbe essere molto utile. I Credit Manager delle aziende potrebbe contribuire a conseguire migliori risultati dando concretezza al significato della Meritocrazia.
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