Fisco e pensioni nella Legge di Bilancio 2025

Un taglio, ma alle spese detraibili

Franco Del Vecchio

Segretario CIDA Lombardia - lombardia@cida.it
La Legge di Bilancio per il 2025 implica una manovra finanziaria di 28,5 miliardi di euro e introduce modifiche e conferme in ambito fiscale, previdenziale e di sostegno alle famiglie e ai lavoratori.

La manovra non prevede, come ormai di consuetudine, interventi a favore del cento medio, e in particolare dei dirigenti, bensì limitazioni alle detrazioni e l’assenza di misure per contrastare il fiscal drag generato dall'inflazione particolarmente gravosa negli ultimi anni.

Fiscalità

La manovra conferma per il 2025 le tre aliquote IRPEF:
23% per redditi fino a 28.000 euro;
35% per redditi superiori a 28.000 euro e fino a 50.000 euro;
43% per redditi superiori a 50.000 euro.

Sono rinviate le proposte di innalzamento da 50mila a 60mila euro del limite fra il secondo e il terzo scaglione, così come l’ipotesi di riduzione dell’aliquota del 35% relativa al secondo scaglione. Nei principali paesi europei l’aliquota maggiore si applica solo per importi almeno tre volte quella italiana (oltre 150mila euro).

Cuneo fiscale

La manovra finanziaria trasforma la riduzione del cuneo fiscale in due fasce distinte:
  • Un Bonus esentasse in busta paga che non concorre a formare il reddito imponibile IRPEF, pari al:
    • 7,1% per redditi annui lordi fino a 8.500 euro (max 603,5 euro);
    • 5,3% per redditi annui lordi da oltre 8.500 a 15.000 euro (da 450,5 a 795 euro);
    • 4,8% per redditi annui lordi da oltre 15.000 fino a 20.000 euro (da 720 a 960 euro).
  • Se il reddito è compreso tra 20.000 e 32.000, la detrazione di riferimento equivale a 1.000 euro; oltre 32.000 euro si applica una detrazione decrescente e graduale che si azzera alla soglia di 40.000 euro.
Il sostituto d’imposta verifica i limiti reddituali in sede di conguaglio fiscale e le eventuali somme non spettanti, sono recuperate in 10 rate mensili, se superiori a 60 euro.

Un sistema alquanto complesso, di non semplice comprensione, che comporta burocrazia e costosi oneri di gestione non accessibile ai dirigenti per limiti di redito.

Flat tax per dipendenti e pensionati

Il limite di reddito per accedere al regime forfettario è innalzato da 30.000 a 35.000 euro per pagamenti IRPEF con aliquota fissa al 5% per i primi 5 anni e del 15% dal sesto anno in poi.

Spese detraibili

La manovra 2025 riordina le regole relative al diritto di usufruire delle detrazioni fiscali per spese sostenute nell’anno reddituale di riferimento, ponendo limiti a oneri e spese ammissibili alle detrazioni fiscali per i redditi oltre i 75.000 euro, mentre per i redditi inferiori a tale importo non sono state modificate le spese detraibili e i relativi benefici fiscali. L’importo massimo detraibile dipende sia dal reddito complessivo, sia dal numero di figli a carico, con coefficienti che aumentano in relazione al numero di figli. Il limite detraibile base è di 14.000 euro per chi ha un reddito tra 75.000 e 100.000 euro, e di 8.000 euro per chi ha un reddito superiore a 100.000 euro. Questi importi vengono moltiplicati per i coefficienti indicati in base al numero di figli a carico, come da tabella seguente. 
Sono escluse dal calcolo del tetto massimo alcune spese tra cui quelle sanitarie detraibili, gli investimenti in startup o PMI innovative e altre spese specifiche legate a mutui, assicurazioni e interventi edilizi effettuati fino al 31 dicembre 2024. Viene modificato il regime di detrazione per i figli a carico, con estensione della detrazione solo ai figli di età tra i 21 e i 30 anni, o ai figli con disabilità accertata. Inoltre, le detrazioni per altri familiari a carico (ad esempio, genitori) sono limitate ai familiari conviventi del contribuente.

Le aliquote delle detrazioni sono del 19%, 26%, 30%, 35%, 50%, ecc. in funzione del tipo di spesa e invito alla lettura della Bozza istruzioni dell'Agenzia delle Entrate per la compilazione della dichiarazione dei redditi 2025 cliccando il titolo 

La misura risulta punitiva per il ceto medio con redditi da lavoro e pensione oltre i 75mila euro, e quindi proprio per i dirigenti.

Pensioni

La manovra 2025 conferma e proroga le principali opzioni di pensionamento anticipato:
  • Quota 103: prevede il pensionamento con 62 anni di età e 41 anni di contributi, mantenendo il calcolo interamente contributivo. L'importo massimo erogabile è fissato a 4 volte il minimo INPS fino al raggiungimento dei 67 anni.

  • Opzione Donna: accessibile alle lavoratrici con almeno 35 anni di contributi e 61 anni di età, con riduzioni a 60 o 59 anni in presenza di uno o più figli. Sono confermati i criteri restrittivi introdotti negli anni precedenti, che prevedono l'accesso solo per specifiche categorie di lavoratrici: lavoratrici licenziate o dipendenti di aziende con tavolo di crisi aperto; lavoratrici con una disabilità pari o superiore al 74%; lavoratrici che assistono da almeno sei mesi persone disabili conviventi con disabilità grave ai sensi della legge 104/1992. Restano invariati i criteri restrittivi introdotti negli anni precedenti, come il calcolo interamente contributivo.

  • Ape Sociale: confermata per particolari categorie di lavoratori svantaggiati: disoccupati con almeno 30 anni di contributi; lavoratori con riduzione della capacità lavorativa pari o superiore al 74%; caregiver che assistono familiari disabili con almeno 30 anni di contributi; lavoratori con mansioni gravose e almeno 36 anni di contributi.

Bonus Maroni 

L’incentivo alla permanenza in servizio per chi ha raggiunto i requisiti di Quota 103, permette al lavoratore di percepire in busta paga la quota contributiva del 9,19% solitamente a suo carico. Il bonus viene esteso a chi, pur non avendo l’età prevista da Quota 103, ha maturato i requisiti contributivi ordinari: 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne.

Rivalutazione delle pensioni

Dal 1° gennaio 2025, le pensioni saranno rivalutate secondo i seguenti scaglioni:
  • 100% per importi fino a 4 volte il minimo INPS (2.394 euro lordi);
  • 90% per importi tra 4 e 5 volte il minimo (2.395–2.993 euro lordi);
  • 75% per importi superiori a 5 volte il minimo (oltre 2.994 euro lordi).
La rivalutazione avviene per scaglioni progressivi, a differenza dei criteri meno favorevoli adottati nel biennio 2023-2024.

Finalmente riattivato il criterio di rivalutazione delle pensioni, purtroppo fuori tempo massimo per recuperare l'inflazione degli ultimi anni.

Integrazione con previdenza complementare

Dal 2025, i lavoratori interamente nel sistema contributivo possono accedere alla pensione anticipata a 64 anni, cumulando una quota di rendita della previdenza complementare per raggiungere l’importo minimo richiesto di 1.710 euro mensili. Il requisito contributivo salirà da 20 a 25 anni nel 2025, e a 30 anni dal 2030.

Aumento delle pensioni minime 

Le pensioni minime subiscono un incremento del 2,2%, portando l’importo mensile da 614,77 a circa 617,89 euro.

Età pensionabile dei dipendenti pubblici

Il limite di età per il collocamento a riposo dei dipendenti pubblici è innalzato a 67 anni, in linea con il requisito anagrafico per la pensione di vecchiaia. Le amministrazioni pubbliche possono trattenere in servizio personale meritevole fino al compimento del 70° anno di età, previa disponibilità dell'interessato e nei limiti del 10% delle assunzioni autorizzate. Tale misura è finalizzata a garantire attività di tutoraggio e affiancamento ai neoassunti.

Bonus nuove nascite

Istituita la Carta per i nuovi nati, che garantisce un bonus di 1.000 euro alle famiglie con figli nati o adottati nel 2025. Requisiti principali: residenza in Italia; ISEE non superiore a 40.000 euro.

Misure correlate: L’Assegno Unico Universale per Figli (AUUF) viene escluso dal calcolo dell’ISEE per il bonus bebè e per il bonus asili nido, che raggiunge fino a 3.600 euro per genitori con ISEE inferiore a 40.000 euro.

Congedo parentale

Dal 2025, i genitori hanno diritto a tre mesi di congedo parentale indennizzato all’80%, utilizzabili entro il sesto anno di vita del figlio. La misura si aggiunge ai periodi di congedo già previsti.

Superammortamento per assunzioni

Confermata la deduzione IRPEF e IRES al 120% per i costi del personale assunto con contratti a tempo indeterminato.

Bonus ristrutturazione casa

Dal 1° gennaio 2025, l’ex Superbonus 110%, ridotto al 70% nel 2024, viene ulteriormente abbassato al 65%. Questo beneficio è riservato ai condomini che, entro il 15 ottobre 2024, abbiano presentato la comunicazione di inizio lavori (CILA), la delibera condominiale e il titolo edilizio. Per i singoli proprietari, la detrazione rimane al 50% sulle abitazioni principali possedute a titolo di proprietà o diritto reale di godimento, con esclusione di nuda proprietà, comodato e utilizzo dell’immobile come abitazione principale di residenza, per i quali si applica una detrazione ridotta al 36%.

Tetto massimo di spesa: 96.000 euro per tutti i lavori detraibili, mentre per le seconde case, il beneficio scende al 36%.

Le detrazioni per gli anni 2026 e 2027 saranno ulteriormente ridotte al 36% per le prime case e al 30% per le altre. Gli interventi più comuni ammessi includono il rifacimento di bagni, la realizzazione di nuovi impianti elettrici e la costruzione di pareti interne.

Proroga di altri bonus edilizi: Confermati il sismabonus e l’ecobonus al 50% per le prime case, con una detrazione del 36% per gli immobili non residenziali o diversi dalla prima abitazione. Prorogato il bonus mobili, con una detrazione IRPEF del 50% per spese fino a 5.000 euro.

Bonus elettrodomestici

Previsto un bonus fino al 30% del costo di elettrodomestici ad alta efficienza energetica (classe minima B), prodotti in Europa. L’importo massimo detraibile è: 100 euro per famiglia; 200 euro per famiglie con ISEE inferiore a 25.000 euro e lo smaltimento del vecchio elettrodomestico è obbligatorio per accedere al bonus.

Conclusioni

Anche nel 2025 il ceto medio, con oltre 75mila euro, che contribuisce maggiormente al gettito fiscale e allo sviluppo economico e sociale del paese non riceve alcun riconoscimento, al contrario la riduzione delle spese detraibili lo punisce discriminandone l'identità.

Un trattamento riservato alla dirigenza che conferma il Gap di meritocrazia che colloca l'Italia in fondo alla classifica europea.

Archivio storico dei numeri di DIRIGENTI INDUSTRIA in formato pdf da scaricare, a partire da Gennaio 2013

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