Pensioni, il ceto medio paga da anni: Cuzzilla (CIDA) chiede un confronto al governo
Non possiamo accettare che le pensioni medio-alte vengano considerate un bancomat per esigenze di bilancio; non si può mettere in dubbio la certezza del diritto
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Stefano Cuzzilla Presidente CIDA - Foto di Sergio Frezzolini
Roma, 15 febbraio 2025– “La sentenza della Corte Costituzionale legittima un provvedimento che penalizza migliaia di pensionati, colpendo in particolare il ceto medio e i dirigenti, coloro che hanno versato contributi per decenni. Limitare la rivalutazione delle pensioni superiori a quattro volte il minimo INPS significa imporre un sacrificio unilaterale su una precisa fascia di cittadini, mentre si continua a ignorare la necessità di una riforma strutturale e realmente equa del sistema previdenziale.”
Lo dichiara Stefano Cuzzilla, Presidente di CIDA, commentando la decisione della Consulta.
“Non possiamo accettare che le pensioni medio-alte vengano considerate un bancomat per esigenze di bilancio. Il principio di proporzionalità va rispettato e il valore delle pensioni non può essere eroso con misure estemporanee, senza una visione di lungo periodo. Da anni si susseguono scelte politiche miopi che scaricano sulle pensioni il peso della finanza pubblica, mentre si continua a favorire altri segmenti della popolazione con agevolazioni e trattamenti di favore. È un meccanismo inaccettabile che sta impoverendo progressivamente il ceto medio.”
“Ci aspettiamo ora un confronto serio con il Governo per individuare misure di compensazione che riequilibrino questa situazione. Non si può continuare a sacrificare sempre gli stessi senza prevedere strumenti adeguati per garantire il potere d’acquisto di chi ha contribuito per una vita” conclude Cuzzilla.
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14 febbraio 2025