Pensioni: per CIDA una sentenza amara; no a pensionati-bancomat

Lascia l’amaro in bocca la sentenza odierna della Corte Costituzione che respinge le censure di incostituzionalità del decreto-legge n. 65 del 2015 in tema di perequazione delle pensioni. Chiediamo fin d'ora ai Partiti risposte ed impegni precisi sulla certezza del diritto in questo Paese per la prossima consultazione elettorale.

Giorgio Ambrogioni 

Presidente CIDA
Roma, 25 ottobre 2017 - E’ una sentenza che ci lascia l’amaro in bocca e le cui motivazioni andranno lette con attenzione per capire se ci sono gli auspicati richiami all’Esecutivo affinché si ponga finalmente fine alla sconcia pratica di usare i pensionati come dei ‘bancomat’ cui ricorrere quando si aprono falle nei conti pubblici. Questo l'immediato commento della Confederazione dei dirigenti ed alte professionalità pubbliche e private, che ha assistito i propri associati nei ricorsi conto il cosiddetto decreto Poletti sulla parziale perequazione delle pensioni, successivamente alla sentenza della Consulta che aveva bocciato la norma Fornero 2012-2013.

E’ una pagina buia per i diritti dei pensionati e per l’intera politica previdenziale del Paese perché rischia di creare un precedente pericoloso per chi è in pensione: ogni qual volta emergeranno esigenze di cassa, al Governo di turno verrà la tentazione di ricorrere al prelievo sui redditi dei pensionati. Una manovra che troppo volte abbiamo visto effettuare e nei confronti della quale ci auguravamo che la Consulta, dopo la precedente sentenza sulla legge Monti-Fornero, ponesse finalmente fine. Non vorremmo che dopo una forte pressione mediatica sulle ipotizzate conseguenze che l’accoglimento dei ricorsi avrebbero prodotto si sia preferito scegliere la via che la ‘ragion di Stato’ giudicava più opportuna.

Comunque continueremo in tutte le sedi a difendere i diritti dei pensionati e ad opporci ad ogni tentativo di cambiare le carte in tavola, cioè la legislazione in vigore, ai loro danni. Confidiamo che la politica, i partiti, il Governo si facciano carico di questo problema e adottino misure di tutela dei diritti dei pensionati e non di ulteriori norme vessatorie.  Su questo tema, apriremo un confronto molto serio e fermo con i Partiti nell’ambito della prossima campagna elettorale, chiedendo risposte ed impegni precisi

I problemi del lavoro, dei giovani, si affrontano e si risolvono con interventi mirati alla crescita economica, allo sviluppo produttivo, al recupero della produttività. Mai con provvedimenti che mettono in conflitto le generazioni.

CIDA è la Confederazione sindacale che rappresenta unitariamente a livello istituzionale dirigenti, quadri e alte professionalità del pubblico e del privato. Le Federazioni aderenti a CIDA sono: Federmanager (industria), Manageritalia (commercio e terziario), FP-CIDA (funzione pubblica), CIMO (sindacato dei medici), Sindirettivo (dirigenza Banca d’Italia), FENDA (agricoltura e ambiente), FNSA (sceneggiatori e autori), Federazione 3° Settore CIDA, FIDIA (assicurazioni), SAUR (Università e ricerca), Sindirettivo Consob (dirigenza Consob), Sumai Assoprof (Sindacato Medici ambulatoriali)
    

Calcolo della perdita per effetto della mancata perequazione 2012-2013

Ci perdono solo le pensioni di importo superiore a 1.450€ lordi mensili (pari a circa 1.088€ netti mensili) perché gli importi inferiori non hanno subito il blocco della rivalutazione. Ricorda che ciò che ti spetta deve essere considerato non solo per gli anni a cui fa riferimento “l’una-tantum”, ma è una rivalutazione che deve essere riconosciuta per tutta la durata futura del trattamento pensionistico!
Clicca qui per sapere quanto ti costa il mancato riconoscimento della rivalutazione della pensione.
Archivio storico dei numeri di DIRIGENTI INDUSTRIA in formato pdf da scaricare, a partire da Gennaio 2013

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