Resistere e ripartire

La situazione post pandemica e il complesso momento in Europa ci impongono importanti riflessioni, anche se non mancano segnali di cauto ottimismo

 Manuela Biti

Presidente ALDAI-Federmanager

La pandemia prima e il dramma dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia poi, ci impongono sempre più una profonda riflessione non solo per ciò che riguarda le leve di competitività delle nostre imprese all’interno del mercato globale, ma anche in merito a quali possibili scenari possano aprirsi all’orizzonte, soprattutto perché le crescenti sanzioni di carattere politico-economico, necessarie per mantenere aperta la strada del dialogo, sembra si stiano rivelando, almeno al momento, poco efficaci.

Se da un lato il Next Generation Eu è nato con lo scopo di rappresentare la grande risposta da parte delle istituzioni europee alle conseguenze sanitarie, economiche e sociali causate dal Covid-19, dall’altra il timore di una guerra continentale potrebbe ventilare sempre di più l’ipotesi di una situazione di crisi a livello economico forse senza precedenti, o che per lo meno non vediamo dal Dopoguerra. Uno dei pilastri della strategia europea per la ripresa post pandemica prevede che gli Stati membri traggano insegnamenti da quanto abbiamo vissuto, favorendo interventi funzionali a contrastare, come nel caso del Covid, l’insorgenza e la gestione delle crisi sanitarie, anche sostenendo la ricerca, l’innovazione e l’assistenza ai cittadini tramite programmi quali RescEU e Horizon Europe. Questo affinché si possa trasformare un momento di crisi senza precedenti in un'opportunità per creare un futuro migliore. Ed è su questa linea che si colloca anche la grande scommessa del PNRR, strumento che dovrebbe garantire al meglio, tra le altre cose, una ripresa degli investimenti e della produttività oltre che un accrescimento del PIL, e il successo in partite chiave quali ad esempio la digitalizzazione e la transizione ecologica. Partite da cui dipende il futuro dell’Italia e degli Italiani.

Non mancano però segnali di cauto ottimismo: nonostante la difficile congiuntura a livello internazionale, la produzione industriale in Lombardia sembra resistere. Secondo quanto emerso dal recente report di Unioncamere Lombardia, nel periodo gennaio-marzo 2022, la produzione industriale lombarda è salita dell’1,8% rispetto al trimestre precedente, mostrando un rallentamento dell’intensità della crescita. In confronto al primo trimestre 2021, invece, è stato segnato un +11,2% e tale variazione on è più falsata dai risultati del 2020 legati al lockdown imposto a causa del Covid-19 e alla caduta della domanda.
I risultati in crescita sono confermati dal forte portafoglio ordini, sia estero che nazionale, anche se l’inflazione – con l’aumento dei prezzi di materie prime ed energia – e la crisi geopolitica rappresentano dei fattori di freno per la capacità produttiva.

Per poter cominciare a parlare di ripresa, servono lucidità, capacità di gestire situazioni delicate e conflittuali, e leadership. Non a caso infatti l’Osservatorio 4.Manager, nonostante il periodo complesso e le criticità, registra una ripresa della domanda di dirigenti pari a un +50%, soprattutto per affrontare la transizione digitale e sostenibile.
Le imprese, secondo le ultime indagini dell’Osservatorio, presentano una rilevante richiesta di leader in grado di accelerare e ampliare i processi di innovazione verso modelli lavorativi al passo con i cambiamenti.

Sono certa che come Associazione e come sistema, saremo in grado, ancora una volta, di far fronte e con successo a questa ennesima e nuova sfida. Resisteremo e ripartiremo
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