Premio Nobel 2021 Scienze Economiche
Da poche settimane è stato assegnato con grande consenso il premio Nobel per le Scienze Economiche 2021, l’ultimo che, in ordine cronologico, ogni anno viene assegnato dopo che quelli relativi a Fisica, Chimica, Medicina, Letteratura e Pace sono ormai già stati conferiti
Pasquale Antonio Ceruzzi
Membro del Gruppo Cultura e del componente del Comitato di Redazione “Dirigenti Industria”
È Storia che all’istituzione del Premio Nobel da parte di Alfred Nobel, nel 1895, le Scienze Economiche non furono prese in considerazione in quanto (probabilmente) non ritenute “Scienze”. Solo nel 1968 la “Sverige Riksbank” (la Banca Centrale Svedese) istituì il Nobel per le Scienze Economiche in memoria di Alfred Nobel. Il Premio fu costituito per mezzo di una donazione alla Fondazione Nobel nel trecentesimo anniversario della Banca. Da allora molte cose sono cambiate e l’Economia non è solo considerata una “Scienza” ma ha guadagnato rapidamente quella “recognition” di cui non godeva prima e compete con le altre Scienze nell’attenzione degli studiosi e soprattutto nel miglioramento della vita sociale ed economica del genere umano.
Nelle motivazioni di merito addotte per il riconoscimento del Premio Nobel, che, mai come quest’anno, vede un consenso ampio e convinto tra accademici, laureati e stampa specializzata è attuale richiamare poche righe del testamento di Alfred Nobel nel momento in cui, 126 anni fa, lo istituiva:
“….It is my express wish that when awarding the prizes, no consideration be given to nationality, but that the prize be awarded to the worthiest person, whether or not they are Scandinavian …”.
L’Accademia Reale Svedese delle Scienze consegna il premio “Sverige Riksbank” in memoria di Alfred Nobel per le Scienze Economiche anno 2021 a David Card (50% del premio) con la seguente motivazione: “for his empirical contribution to labour economics”
Congiuntamente (l’altro 50% del premio) a Joshua D. Angrist e Guido W. Imbens con la seguente motivazione: “for their methodological contributions to the analysis of causal relationships”.
Anche questa volta viene confermata una tendenza che è quasi certezza, i vincitori hanno perfezionato i loro studi e dato impulso alla loro carriera frequentando Università Americane (e insegnando come “Professor of Economics”):
- David Card – Berkeley, University of California (nato in Canada)
- Joshua D. Angrist – Boston, Massachusetts Institute of Technology (nato negli USA)
- Guido W. Imbens – Stanford, Stanford University (nato in Olanda)
Il Nobel alle Scienze Economiche, così come altri Premi Nobel, viene assegnato dopo molti anni dalle pubblicazioni delle tesi/teorie oggetto di valutazione perché vengono verificate la validità di quest’ultime nel tempo e l’eventuale loro sviluppo o applicazione alla vita reale (quella di tutti i giorni e che riguarda tutti noi).
Nel commentare i due paper work dell’inizio anni ’90, presi in considerazione per l’assegnazione del Premio Nobel, non è possibile fare a meno di ricordare Alan B. Krueger professore di Economics alla Princeton University e consigliere economico della Casa Bianca che morì nel 2019 dopo aver dato un significativo contributo sia alla tesi di David Card sia alla tesi di Joshua D. Angrist e, in questo, riproponendo alle cronache quanto avvenne per Amos Tversky che molto contribuì alla “Teoria del Prospetto” che permise a Daniel Kahnemann di vincere il Premio Nobel alle Scienze Economiche nel 2002 (tristemente, i Premi Nobel non vengono assegnati né postumi né alla memoria).
L’effetto di un aumento della paga minima sul livello di occupazione
All’inizio degli anni ’90 gli economisti (e non solo) erano convinti che un aumento del salario minimo tra i lavoratori avrebbe comportato una riduzione dell’occupazione come reazione delle imprese all’aumento dei costi del personale. David Card e Alan B. Krueger dimostrarono che questo non era confermato dai fatti. Essi usarono un esempio concreto tratto dall’esperienza di due Stati simili e confinanti quali la Pennsylvania e il New Jersey. Nello specifico, presero in considerazione i ristoranti “fast food” dei due stati dove le paghe erano molto simili e di basso livello. Una minima variazione di paga sarebbe stata significativa. Nell’Aprile del 1992 il New Jersey registrò un aumento della paga oraria minima da 4,25 $ a 5,05 $ mentre la Pennsylvania non registrò alcun aumento. Contrariamente alle ipotesi allora accreditate, il livello di occupazione nel New Jersey non sortì alcuna variazione evidente come mostra il grafico di figura 1. Il metodo usato da Card e Krueger viene nominato e riconosciuto come “Natural Experiment” perché non utilizza dati simulati per dimostrare la tesi ma dati ricavati dalla vita reale. Questo risultato, allora incredibile, verrà poi confermato a più riprese nel tempo in situazioni assimilabili ed è oggi un caso di riferimento tra gli esperti di economia del lavoro.
Figura 1: "L'effetto dell'aumento del salario minimo" - Grafico tratto dalla Royal Accademy of Sciences
La correlazione tra gli anni di studio e il reddito delle persone
La figura 2 di seguito riportata è un altro eccellente esempio di “Natural Experiment” che fornisce una risposta indiscutibile sia alla domanda se un numero maggiore di anni di scolarizzazione (e formazione in generale) comporta anche un reddito maggiore per gli individui sia alla conferma della relazione di causa ed effetto. Infatti, possiamo notare dal grafico che c’è un incremento del 12% di reddito tra chi ha studiato per 11 anni e chi studia invece per 12 anni. Troviamo una differenza del 65% tra chi studia per 16 anni e chi studia per 11. Dall’osservazione attenta del grafico possiamo pertanto affermare che esiste una correlazione positiva tra anni di studio e reddito percepito.
Figura 2: "La correlazione tra istruzione e reddito" - Grafico tratto dalla Royal Accademy of Sciences
Premio Nobel alle Scienze Economiche
In conclusione, il Premio Nobel alle Scienze Economiche ha spesso determinato, nel tempo, un notevole contributo allo sviluppo economico dei paesi e, in particolare, all’economia applicata al mercato del lavoro con risultati che a volte rovesciano convinzioni fino a quel momento consolidate e a volte confermano intuizioni valide ma non ancora dimostrate. I premiati 2021 Card, Angrist e Imbens contribuirono in maniera univoca e per primi all’affermazione di quella pratica sperimentale che va sotto il nome di “Natural Experiment” . Una prassi poi sempre più adottata dagli economisti che ha eliminato alla radice l’ombra e i dubbi che prove simulate e costruite a tavolino hanno sempre sollevato. Il “Natural Experiment” rinforza inoltre quel “metodo empirico” che convalida una tesi attraverso un insieme di misurazioni e validazioni che più sono accurate e coerenti e più confermano robustamente e indiscutibilmente l’obiettivo di una tesi.
01 gennaio 2022