Assemblea Federmanager all’Agostinianum: il Senso di una Giornata
Una giornata importante, caratterizzata da momenti di grande intensità, da un impegno sostanziale di intervenuti ed ascoltatori, una fotografia del momento che l’Italia vive nel contesto europeo e mondiale, e del ruolo che compete ai dirigenti italiani negli anni a venire.
Giuseppe Colombi
Consigliere ALDAI Federmanager
La sede prestigiosa e le partecipazioni previste all’assemblea nazionale di Federmanager potevano dare adito alla questione se, alla fine, non si trattasse di un evento meramente autocelebrativo, di una vera e propria “messa cantata” con cui santificare, tra volute d’incenso, l’esistenza stessa del nostro sindacato nazionale.
Non è stato così: questo va affermato con convinzione. Infatti, si è trattato di un incontro ben organizzato, centrato, ricco di stimoli e del tutto attinente al difficile momento che attraversiamo, sia a livello globale, sia nel nostro Paese.
E anche, per limitarsi alle nostre vicende interne, focalizzato sul rapporto con i nostri partner/interlocutori sociali, dal governo fino a Confindustria.
Il Presidente Federmanager Stefano Cuzzilla
La relazione di Stefano Cuzzilla, un presidente che è sulla strada della crescita personale e della conquista dell’autorevolezza istituzionale, ha toccato temi essenziali, utilmente ripresi dai successivi interventi.
Si è trattato di un contributo denso, articolato e ricco di stimoli: il più significativo può essere forse individuato nell’ambizione di costruire un punto di vista dirigenziale nella politica industriale del Paese, un tema su cui Cuzzilla si sta molto impegnando. Sommessamente, vorremmo suggerire a Stefano di non limitarsi a leggere, ma di permettersi un maggior utilizzo dei “discorsi a braccio”: la capacità certo non gli fa difetto e probabilmente si veicolerebbe maggiormente negli interlocutori tutta la convinzione e la bontà degli argomenti di cui egli dispone largamente. Comunque, l’ascolto cresce, a giovamento di tutta la nostra federazione.
Cliccare qui per il discorso integrale di Stefano Cuzzilla.
Il Cardinal Gianfranco Ravasi
Dopo Cuzzilla, c’è stato l’evento fondamentale della giornata, l’intervento di S.E. Gianfranco Ravasi.
Detto senza piaggeria, e semplicemente sulla base del suo intervento, tutti dovremmo imparare dal Cardinal Ravasi.
Un po’ da padrone di casa, un po’ da invitato eccellente, Egli ha offerto agli intervenuti una vera e propria “lectio magistralis” che è valsa da sola, largamente, il viaggio a Roma.
Il cardinale ci ha dimostrato come si possa essere profondamente religiosi e cristiani persino senza coinvolgere direttamente i Vangeli, dando senso ed obiettivi alla nostra esistenza materiale.
L’allocuzione di Ravasi si è sviluppata sull’amore del prossimo, sull’autenticità delle scelte, sull’impegno, e ha reso centrale la tematica del lavoro. È il lavoro, ha detto il cardinale, non un generico reddito disponibile, ciò che dà dignità all’uomo. In piena sintonia con la Costituzione, e oltre.
Nel suo argomentare Egli si è riferito principalmente a “santi laici” quali Primo Levi e Ghandi, ad economisti non banali come Amarthia Sen e a testimoni di fede dal fulgido percorso individuale, Padre Balducci, Don Milani, Padre Turoldo.
Tutti si sono resi conto che, dato lo spessore del suo discorso, intervenire dopo di lui sarebbe stato arduo.
Cliccare qui per il discorso integrale del Cardinal Ravasi.
L’onorevole Sandro Gozi
L’on. Sandro Gozi, sottosegretario alle politiche europee, che interpreta con intelligenza la sua posizione nel governo, lo ha rilevato e si è assunto questo compito non facile.
Gozi è da tempo vicino ed amico della nostra federazione, anche per aver partecipato alle celebrazioni dell’EUR per i settant’anni di Federmanager.
Dal sottosegretario “europeista” è venuto un contributo, non privo di qualche ritualità, incentrato sull’”abbattere i muri” e sul superare le disuguaglianze, lottando contro demagogia e chiusure: l’elezione di Macron, suo amico personale, lo farebbe ben sperare in una evoluzione positiva dell’Unione.
Ma il senso profondo della sua presenza all’assemblea si può individuare nella rinnovata attenzione verso quei “corpi intermedi”, quali Federmanager, che qualche tempo addietro sembravano destinati alla pattumiera della storia nazionale: non possiamo che rallegrarcene.
Gianni Letta
A tenere alto il livello del confronto ha poi contribuito anche Gianni Letta che, con consumata abilità dialettica, si è perfettamente inserito nella discussione. Ascoltandolo, c’era davvero da chiedersi se non fosse lui il vero “cardinale” partecipante alla discussione.
Letta si è rifatto alla storia settantennale di Federmanager, legata alla ricostruzione italiana, ed ha ricordato come molte delle principali opere industriali del mondo parlino italiano. Il suo intervento ha costituito quasi una sorta di investitura “istituzionale” dei dirigenti, definiti soggetti essenziali per il futuro del Paese: c’è da augurarsi che tutti, a partire da Confindustria, condividano questa impostazione.
L’onorevole Roberto Gualtieri
Pur se al deputato europeo Gualtieri deve andare il ringraziamento per una partecipazione convinta all’assemblea, il suo intervento sulle tematiche dell’Unione, un tema che specie di questi tempi non scalda certo i cuori, è stato caratterizzato da un marcato stile “politichese” e da qualche genericità. Sostenere che nel futuro digitale il lavoro è destinato a trasformarsi, ma non a ridursi è forse più un “wishful thinking” che una comprovata realtà. Così, se si capisce l’impegno a difendere le posizioni del governo italiano in ambito comunitario, è forse prematuro dare per attuata la riforma del sistema bancario nazionale.
E intervenire sull’Europa senza una parola sulla situazione dei migranti o sul tema di Paesi come la Grecia, irragionevolmente costretti ad una recessione drammatica e senza vie d’uscita, non sembra adeguato.
Positivo invece l’appello finale ad un ruolo attivo per la dirigenza italiana nella dinamica comunitaria.
Il Direttore Generale Confindustria Marcella Panucci
Marcella Panucci aveva l’ingrato compito di intervenire in un momento particolarmente complesso per Confindustria: l’organizzazione imprenditoriale è impegnata in un difficile compito di riorganizzazione interna, conseguente anche a fatti traumatici a tutti noti. È dunque da apprezzare in modo particolare la sua presenza all’assemblea, il rapporto costruttivo che ha instaurato con la nostra organizzazione e la volontà di sviluppare azioni congiunte. E su questo Panucci ha incentrato il proprio intervento che ha toccato i temi della necessità per le imprese di darsi un’organizzazione adeguata e di formare “sul lavoro” le proprie risorse. Molto apprezzabile dunque è sicuramente il lavoro congiunto che l’organizzazione imprenditoriale sviluppa con Federmanager.
Per il resto, in questo come in altri interventi confindustriali anche ai massimi livelli, pare di cogliere una difficoltà seria a farsi interpreti delle esigenze complessive del Paese, a rispondere ad una necessità di innovazione e sviluppo che non può limitarsi alla formula, un po’ consunta, della “crescita di produttività”.
Il Direttore Federmanager Mario Cardoni
Alla base dell’intervento conclusivo di Mario Cardoni, direttore Federmanager, c’è probabilmente una grossa scommessa, quella di trasformare uno specialista, sperimentato negoziatore di contratti nazionali di categoria, nel Project Manager di un progetto congiunto di grande ambizione, la formazione di figure professionali di eccellenza (Export Managers, Temporary Managers e Managers di Rete).
Così, cosa non proprio facilissima, è toccato a Cardoni di illustrare i presupposti su cui è basata questa iniziativa.
Lo ha fatto, forse con un po’ di travaglio personale, ricordando la centralità delle competenze professionali, richiamandosi all’esigenza di “Mettere al centro gli investimenti in conoscenza e capitale umano”, sottolineando l’urgenza della formazione delle competenze manageriali.
Il progetto è complesso, e ci vorrà del tempo per evidenziarne l’evoluzione: un impegno gravoso in più per il valente professionista, colonna di Federmanager.
Il senso dell’assemblea
In conclusione: un’assemblea densa, caratterizzata da momenti di grande intensità, da qualche inevitabile caduta di interesse, da un impegno sostanziale di intervenuti ed ascoltatori, chiamati ad una partecipazione attenta e partecipata.
Ne è venuta una fotografia interessante del momento che l’Italia vive nel contesto europeo e mondiale, e del ruolo che compete ai dirigenti italiani negli anni a venire.
Per Federmanager è stata una giornata importante.
01 luglio 2017