I temi del Consiglio Federmanager del 28 marzo 2025

Riuniti a Torino i Consiglieri e i Presidenti delle 55 Associazioni Federmanager per condividere i piani per far fronte al contesto di instabilità, assumere le responsabilità e cogliere le opportunità dei cambiamenti, con il pragmatismo che distingue il ruolo dirigenziale.

A cura della redazione  

L'apertura dei lavori, da parte del Presidente Valter Quercioli, ha posto l'attenzione sulla situazione economica: il rischio d'inflazione e le difficoltà dei conti pubblici, il calo del 3,5% della produzione industriale e l'impatto negativo dello 0,7% in termini di valore aggiunto, e le incertezze del contesto internazionale caratterizzato dai rischi dei dazi e dalla globalizzazione parzializzata.

Dalla crisi del 2008 al 2022 la produttività è aumentata del 18% soprattutto nell'industria e il valore della produzione è cresciuto del 26,7%. Tutte le 19 filiere sono cresciute, in particolare la logistica (+111%), l'agro-alimentare (+95%), i servizi (+71%), il turismo (+62%), l'automotive (+39), la metallurgia (+38%), solo il settore Media-Audiovisivo ha segnato una contrazione.
Sono aumentati - nei 14 anni - di 283mila unità i posti di lavoro, con un incremento complessivo dell'1,6%, nonostante le riduzioni di personale nei settori: moda, costruzioni e automotive. Sono cresciuti da 120mila nel 2008 a 130mila nel 2023 i dirigenti del privato; dei quali 74 mila del Contratto Collettivo Dirigenti Industria. Aumentati anche gli iscritti Federmanager nel 2024 tra Lombardia, Lazio, Piemonte e altre regioni.
Dal 2016 al 2020 hanno chiuso 30mila micro e piccole imprese, mentre sono 380 le nuove medie e grandi imprese per effetto della selezione che polarizza verso il declino o la crescita, in funzione del mix di management e innovazione. In Italia abbiamo solo una grande azienda (ENEL) fra le prime 100 della classifica Forbes mondiale (contro 5 della Germania), ed è enorme la differenza di addetti nelle grandi imprese in Italia (39,4%) rispetto alla Germania (73,7%) e Francia (70,9%). L'intervento di Giuseppe Torre di DataHubs ha confermato la solidità del settore manifatturiero che ha superato anche la crisi COVID con una crescita caratterizzata dall'aumento delle posizioni dirigenziali, dalla domanda di profili manageriali specializzati, dalla partecipazione della dirigenza femminile e managerializzazione delle PMI. 
I salari medi italiani sono i più bassi d'Europa, e fra le economie del G20 siamo il Paese con la maggiore perdita di reddito da lavoro dal 2008 (-8,7%). Il rinnovo del contratto Dirigenti Industria firmato a novembre fra Federmanager e Confindustria ha permesso di recuperare il 21% del Trattamento Minimo Complessivo di Garanzia, che diventerà 29% dal prossimo anno, oltre ai miglioramenti sul welfare, analogamente applicati anche nel rinnovo del contratto Federmanager-Confapi appena firmato da Giovanni Pagnacco, Presidente ALDAI-Federmanager e neocapo Delegazione trattante.
Mino Schianchi, Presidente Comitato Nazionale di Coordinamento Gruppi Seniores Federmanager, ha sottolineato l'importanza della certezza del diritto, alla base di ogni società democratica, impegnando i vertici associativi, con il supporto di una forte mobilitazione degli iscritti, a sostenere in modo organico pensioni, fiscalità e welfare dei pensionati e di coloro che stanno oggi versando i contributi e hanno il diritto a mantenere il tenore di vita. Schianchi ha commentato:

La recente sentenza della Corte Costituzionale n. 19/2025, rappresenta un ulteriore colpo ai nostri diritti. Ancora una volta, si conferma un orientamento divenuto ormai insopportabile: le esigenze di bilancio continuano a prevalere sulla tutela del potere d’acquisto delle pensioni, con decisioni lasciate alla discrezionalità del legislatore di turno.

Questa impostazione non è più accettabile. Se davvero vogliamo risanare i conti pubblici, bisogna intervenire altrove: combattere l’evasione fiscale, correggere le storture dell’assistenza sociale e garantire che chi ne beneficia ne abbia davvero diritto. È ora di istituire un'anagrafe assistenziale nazionale.

Il nodo cruciale della sentenza 19/2025 sta nella conferma che è il legislatore a decidere come e quanto adeguare le pensioni, in base alle “risorse effettivamente disponibili”. Ma la perequazione non è un privilegio, è un meccanismo di tutela essenziale. Non si può svuotarla continuamente in nome delle esigenze di bilancio.

Un punto della sentenza, tuttavia, merita attenzione: la Corte riconosce che il meccanismo di perequazione andrebbe regolato in modo più stabile. Questo è un principio chiave su cui dobbiamo insistere in una prospettiva futura: basta interventi frammentari e incertezza normativa. Servono regole chiare e durature.

Come ha sottolineato il nostro Presidente Quercioli, i dirigenti – sia in attività che in pensione – sono sottoposti a una tassazione sproporzionata, con addizionali regionali e comunali raddoppiate, detrazioni sempre più ridotte, un sistema di sanità integrativa sotto pressione. A questo si aggiunge un’evidente ingiustizia nel principio di equità contributiva: troppi cittadini beneficiano dei servizi pubblici senza contribuire al loro finanziamento in modo adeguato, in violazione dell’articolo 53 della Costituzione.

Di fronte alla prossima Legge di Bilancio 2026, il cui iter preparatorio inizierà tra breve, non possiamo restare in silenzio. Dobbiamo farci sentire per ottenere un sistema fiscale e previdenziale più giusto.
In linea con le posizioni di Federmanager, il Coordinamento Nazionale Gruppi Seniores propone di attuare le seguenti iniziative:

Trattare la perequazione come tema politico, non solo giuridico. La rivalutazione delle pensioni non può essere affrontata, solo in sede giudiziaria, dove il rischio di esiti sfavorevoli è alto. Deve diventare una priorità politica, su cui esercitare pressione costante. Federmanager deve portare il tema direttamente ai decisori politici, con azioni mirate e costanti, prima che gli interventi sulle pensioni diventino disegno di legge.

Collegare pensioni, fisco e sanità. Le battaglie sulle pensioni devono essere parte di un’azione più ampia su fisco e sanità. Non è un problema solo dei pensionati, ma di tutti: dirigenti, quadri, lavoratori attivi. Inoltre, è necessario un contrasto più efficace all’evasione fiscale e contributiva, che mina la sostenibilità del sistema previdenziale.

Impegnare direttamente i Vertici Associativi, sostenuti da una forte mobilitazione degli iscritti. Le questioni pensionistiche e fiscali devono essere una priorità per la Federazione. Per migliorare la consapevolezza e la mobilitazione degli iscritti, organizzeremo incontri in presenza e webinar periodici per aggiornare gli associati sulle trattative in corso, raccogliere proposte e organizzare azioni concrete.

Unire le forze con altre organizzazioni sindacali. Unire le forze di Federmanager e CIDA con altre realtà sindacali affini per un’azione più incisiva sulla questione pensionistica. Troppi sindacati della dirigenza marciano ancora separati: è il momento di fare fronte comune.
Avviare una campagna di comunicazione e mobilitazione sulla perdita di potere d’acquisto di stipendi e pensioni. Avviare una campagna di sensibilizzazione efficace, rivolta sia agli iscritti che all’opinione pubblica, per far emergere l’ingiustizia della continua erosione di stipendi e pensioni. Occorre incrementare la visibilità mediatica delle nostre rivendicazioni. Dobbiamo coinvolgere i media per rendere pubbliche le perdite economiche che stiamo subendo e per denunciare l’ingiustizia delle misure adottate nei nostri confronti.
Rivalutare il ruolo dei pensionati nella società. Dobbiamo cambiare la narrazione sui pensionati. Non sono un costo per il Paese, ma una risorsa: sostengono le famiglie, fanno volontariato, contribuiscono alla vita sociale. Valorizzare questo ruolo è essenziale per ottenere un maggiore riconoscimento politico e sociale.

La montagna che dobbiamo scalare è ripida, ma possiamo farcela, se restiamo uniti.

I lavori sono proseguiti con l'analisi delle iniziative per le imprese e i manager in servizio. 
Per organizzare professionalmente l'attività dei dirigenti nelle imprese, con particolare focus sulla creazione di nuove Rappresentanze Sindacali Aziendali, è stato messo a punto uno specifico programma coordinato da Manuela Biti past President ALDAI-Federmanager.

Particolare attenzione è stata dedicata agli obiettivi e alle attività delle Commissioni di Settore per contribuire alle politiche industriali del Paese. Gli interventi dei rappresentanti e coordinatori, fra i quali: Andrea Aloisi, Antonio Amato, Giuseppe Anzelmo, Giuseppe Colombi, Luciano Marchiori, Luciano Massone, Maurizio Pimpinella e Fulvio Sbroiavacca hanno evidenziato le proposte della dirigenza industriale.
Fra i diversi contributi, Francesca Boccia, Consigliere ALDAI-Federmanager e coordinatrice della Commissione Intelligenza Artificiale, ha condiviso le numerose iniziative realizzate, le audizioni sul PdL volte a definire il quadro normativo per l'uso dell'IA e l'incontro con il Presidente del CNEL Brunetta per il lancio dell'Osservatorio Nazionale per l'IA Partecipativa. 
Paola Vitale, coordinatrice del Gruppo Giovani Federmanager, ha presentato il rinnovato Coordinamento Nazionale e ha evidenziato il crescente interesse verso le iniziative: Manager tra Manager; Premio Giovane Dirigente; la partecipazione ai tavoli di lavoro con ANCE, ANGI, ASVIS, Confindustria, UCID; la maggiore apertura alle iniziative internazionali CEC, Business schools e sviluppo di nuovi partner. 
Quest'anno ricorre l'80° anniversario dalla fondazione di Federmanager e di molte Associazioni Territoriali, avvenuta alla conclusione della Seconda Guerra mondiale nel 1945.

Ricorderemo l'impegno per la ricostruzione del Paese durante tutto l'anno negli eventi associativi e in occasione dell'Assemblea Federmanager che si terrà a Roma il 28 ottobre per ripercorre 80 anni di innovazione, celebrare i risultati e il ruolo determinante della categoria per il futuro della Nazione.
Archivio storico dei numeri di DIRIGENTI INDUSTRIA in formato pdf da scaricare, a partire da Gennaio 2013

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