Finalmente, un organo dello Stato rileva che il taglio della perequazione presenta profili di illegittimità Costituzionale

Con l’ordinanza numero 33 della Corte dei Conti della Toscana è stato accolto il ricorso di un 71enne - dirigente scolastico in pensione - e sono state inoltrate le valutazioni alla Corte Costituzionale per competenza

Khelena Nikifarava

Khelena Nikifarava - Magistrato della Corte dei Conti

Silvana Menapace

Presidente Comitato Pensionati ALDAI-Federmanager
Il Giudice Contabile Khelena Nikifarava, nel ragionevole dubbio, ha ritenuto doveroso sollevare la questione di legittimità e ha accolto il ricorso sul taglio della rivalutazione della pensione per sottoporlo alla decisione della Corte Costituzionale:

  1. perché riduce il potere d’acquisto della “retribuzione differita”, per la quale sono stati versati contributi proporzionali agli stipendi, e quindi lede gli articoli 36 e 38 della Costituzione. La pensione non è una prestazione assistenziale e nemmeno una misura fiscale, e deve essere adeguata alla quantità e qualità del lavoro prestato assicurandone il potere d’acquisto nel tempo;

  2. perché costituisce una misura discriminatoria definitiva, in quanto riduce il potere d’acquisto, non solo nell’anno in cui si verifica l’inflazione, bensì per tutta la vita del pensionato, soprattutto se reiterata nel tempo come avvenuto da oltre venti anni;

  3. perché la scelta di penalizzare le pensioni per fasce di reddito e non per scaglioni, come avviene per l’IRPEF e per le pensioni in passato, costituisce un intervento discriminatorio e punitivo nei confronti del ceto medio;

  4. perché il taglio è avvenuto in un contesto privo di emergenze che potessero giustificarne il ricorso: in quanto è stato inserito in una manovra fortemente espansiva, in un contesto caratterizzato da assenza di crisi finanziarie e dalla sospensione del Patto di Stabilità UE, per coprire i costi di interventi minori e aggiuntivi, a quadratura della manovra (come si fa con il bancomat);

  5. perché i tagli alle pensioni ledono la dignità dei pensionati e violano i principi Costituzionali di ragionevolezza e temporaneità degli interventi straordinari per superare le emergenze.
Il ceto medio accoglie l’ordinanza della Corte dei Conti della Toscana con incoraggiante sollievo, perché alimenta la speranza di meritocrazia (vera), equitàgiustizia e certezza del diritto in un Paese ossessionato dal perenne consenso elettorale a scapito delle minoranze.

Sulle pensioni è giunto il momento di fare chiarezza e dare fiducia ai contribuenti, rivalutando le pensioni per compensare la perdita del potere d’acquisto e separando la previdenza dall’assistenza per assicurare la trasparenza dei conti pubblici.

Speriamo che le persecuzioni facciano parte dei periodi oscuri del passato.
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