Rendere visibili gli invisibili

Una modesta proposta

“Occhio non vede, cuore non duole”, recita un vecchio proverbio italiano. Non gridano, non protestano, non mandano email, eppure ci sono, coi loro problemi spesso irresolubili senza un aiuto esterno, spesso con il loro dramma: milioni in Italia, a migliaia nella nostra categoria e di costoro ci dobbiamo preoccupare proprio noi.

Giorgio de Varda

Componente Commissione Previdenza e Assistenza Sanitaria ALDAI
Coordinatore di CADD (Centro Analisi Dati Dirigenti)
giorgio.devarda@gmail.com

Qualche esempio derivato dalla mia esperienza personale e dei risultati delle indagini fatte da CADD può chiarire meglio questo problema.
Quando qualcuno di noi  viene a mancare, e sono centinaia all’anno nell'ambito dei pensionati della sola ALDAI, quello che noi definiamo superstite, in genere una donna di elevata anzianità, in genere con poca o nulla familiarità col computer, si trova di fronte non solo ad una situazione per lei spesso tragica, ma anche a problemi pratici che da sola non potrà certo risolvere in quanto in genere era il marito o il compagno che si occupava di tutte le questioni amministrative e burocratiche.
Ancora peggiore è la situazione quando qualcuno di noi, avvinghiato dalla malattia, perde quelle qualità che fino a quel momento gli avevano permesso di ricorrere a tutti i supporti disponibili  e praticamente non è più nemmeno in grado di chiedere aiuto.
Ecco allora che i superstiti dei dirigenti in servizio e di quelli in pensione, gli ammalati gravi, quelli che non sono più autosufficienti in genere diventano invisibili alla nostra organizzazione.
È vero, lo Stato ha messo in piedi un sistema di welfare in Italia tra i primi nel mondo, welfare che noi dirigenti con le nostre organizzazioni e con il nostro contratto abbiamo migliorato molto. Registriamo un primo passo avanti: recentemente l'Inps concede la pensione di reversibilità o sostitutiva (per i dirigenti morti in servizio) anche a chi era legato da unioni civili, rendendo così visibile una categoria che fino a quel momento era completamente invisibile.
Noi però come dirigenti ci siamo adeguati rispetto alle unioni civili nel Fasi per ora solo per i dirigenti in servizio anche se il riconoscimento a mio giudizio non solo è giusto ma anche giuridicamente inevitabile anche per i pensionati.
Tornando ai superstiti e al Fasi costoro, guardando dall’esterno, sono sì assistiti ma invisibili nelle statistiche fornite dall’ente in quanto il loro numero non viene specificato, nonostante le numerose richieste in questo senso fatte da CADD. 
Però sappiamo dalla gestione ex-Inpdai di Inps che i superstiti nel 2016 erano ben 31.040 di fronte ai 96.790 dirigenti pensionati, ossia circa il 30% dei dirigenti pensionati. Non sappiamo invece quanti siano i superstiti dei dirigenti in servizio che stimiamo in circa il 10% dei superstiti in pensione.
Dalle indagini però fatte finora da CADD, probabilmente i superstiti nel Fasi hanno un'incidenza assai minore di quella che hanno nel fondo ex-Inpdai, mentre la loro consistenza in Assidai dovrebbe ancora essere assai inferiore e probabilmente quasi inconsistente. La ragione banale è che la quota associativa per un superstite è assai meno conveniente (essendo la stessa di una dirigente in pensione) sia nel Fasi sia in Assidai, di fronte a una capacità di spesa del superstite che al massimo è il 60% di quella del nucleo di partenza (la pensione media infatti è di 27.642 euro nel 2016) e offre una copertura che in genere è assai ridotta trattandosi probabilmente di una sola persona.
La cosa a mio avviso non mi pare del tutto corretta in Assidai dove, trattandosi di una forma assicurativa, le spese associative coprono interamente i costi medi. Nel caso di un nucleo di un superstite mi pare che siamo di fronte a una solidarietà all'incontrario.
Che fare allora? Come rendere visibili gli invisibili e attrezzare un welfare decente anche per costoro? Come uomini penso che dobbiamo fare qualcosa, come dirigenti sono sicuro che sappiamo fare qualcosa. Assidai è gestito solo da noi mentre il Fasi è gestito anche da Confindustria ma il cammino mi sembra tracciato per entrambi gli enti.
ALDAI, sempre attenta ad offrire servizi adeguati alle aspettative dei dirigenti e dei loro familiari, garantisce ai soci superstiti il supporto per risolvere le spesso noiose, ma necessarie, questioni burocratiche che ci si ritrova a dover affrontare una volta rimasti soli.
Infatti i superstiti possono usufruire di una serie di servizi a fronte del pagamento di una quota annuale ridotta a 60 euro, che comprende anche il ricevimento del mensile Dirigenti Industria.
Ricordiamo tra tutti, il supporto in caso di subentro del superstite nei Fondi Fasi e Assidai nonché la gestione e l’invio online delle richieste di prestazione. A tale servizio si affiancano le convenzioni con: 50 & più ENASCO per la domanda di pensione di reversibilità; 50 & Più CAAF per le dichiarazioni di successione; 50 & Più SERVIZI per i servizi connessi a tutti gli aspetti di lavoro dei collaboratori familiari. E, inoltre, ASSOCAAF per la dichiarazione dei redditi.
Ricordiamo di seguito le modalità per usufruire di tali servizi.
Si possono mettere in campo molte idee a costi accettabili e spesso nulli, contando magari sul nostro attivissimo volontariato.
Si può fare di più, come recita una canzone, molto di più.
Archivio storico dei numeri di DIRIGENTI INDUSTRIA in formato pdf da scaricare, a partire da Gennaio 2013