Gli investimenti ESG

Investire, attraverso strumenti finanziari, in società che sviluppano il proprio business nel rispetto di solidi temi etici, sociali e ambientali realizzando extra-rendimenti comincia ad essere una realtà…


Pasquale Ceruzzi

Socio ALDAI-Federmanager - pacer263@gmail.com
Tra le ultime forme di investimento che l’Industria della Finanza propone per attrarre chi possiede risparmio, si sta sempre più affermando quella nota con l’acronimo ESG (Environmental, Social, Green) che è una evoluzione più recente dei Social Responsible Investment (SRI). La prima comparsa in Italia si fa risalire alla fine degli anni Novanta ma, negli Stati Uniti, vi erano “fondi etici” già ai tempi del proibizionismo (non investivano in titoli o imprese che avevano interessi nel commercio dell’alcool, del tabacco e del gioco d’azzardo). Questa nuova offerta è oggi un’interessante opportunità di investimento non solo per investitori sensibili a tematiche ESG ma anche per chi ricerca semplicemente un migliore rapporto rischio/rendimento.
 La definizione di ESG (insieme ai suoi obiettivi) può essere semplificata attraverso il seguente schema che ci aiuta a comprendere i criteri di base utilizzati dall’industria finanziaria per selezionare ed investire in azioni, fondi, obbligazioni, quote societarie.

E come Environmental

Contrasto ai cambiamenti climatici, rispetto dell’equilibrio ecologico e riduzione delle emissioni di CO2. Gestione di risorse naturali come l’acqua e la biodiversità e impatto sulle stesse. Contenimento e trattamento dei rifiuti, dell’inquinamento e degli sprechi. Contrasto alla deforestazione. Tecnologie pulite e energie rinnovabili.

S come Social

Politiche di genere, diritti umani, standard lavorativi e i rapporti con la comunità civile. Creazione di possibilità e opportunità di impiego in relazione all’ambiente. 

G come Governance

Pratiche di governo societarie, comprese politiche di retribuzione dei manager, composizione del Consiglio di Amministrazione, procedure di controllo. Comportamenti dei vertici e dell’azienda in termini di rispetto delle leggi e della deontologia etico-professionale.
Gli Investimenti Sostenibili, e in particolare i fondi ESG, si sono sviluppati nel tempo seguendo in origine criteri di esclusione di società  (selezione negativa) che investivano in attività eticamente condannabili quali alcool, tabacco, gioco d’azzardo... poi negli anni ’70 si sono aggiunti i principi di comportamento, i “Sullivan Principles” che condannavano discriminazioni di ogni genere (razziale, religiosa, di gender e/o lo sfruttamento di minori e di minoranze etniche), negli anni ’80 si è cominciato a selezionare i “best in class” sia in termini di engagement che di performance, negli anni ’90 e successivi si è prestato attenzione a temi specifici di ESG e all’impact investing.
I risultati di questa evoluzione temporale cominciano ad emergere, come dimostrano l’evidenza empirica e le conclusioni di uno studio congiunto tra Banor SIM e Politecnico di Milano dove si evidenzia una correlazione positiva tra performance finanziare e performance di sostenibilità (all’interno dell’indice Eurostoxx 600 nel periodo 2012-2017, le aziende ad alto punteggio ESG hanno sovra-performato di 3 punti percentuali le aziende a basso punteggio).
Anche l’andamento del mercato comincia a segnalare il suo gradimento con risultati significativi ed incoraggianti come indica il seguente grafico:

Nel grafico si evidenzia che i tassi di crescita degli Asset Under Management (AUM) di tipo SRI sono aumentati di 9 volte dal 2008 al 2017 contro un tasso di crescita di 2 volte del totale di tutte le tipologie di Asset.
Naturalmente questa è solo una promettente indicazione che necessita di ulteriori conferme, perché un valore di 8 miliardi di euro è poca cosa rispetto ad un mercato globale italiano di 900 miliardi.


SAVE THE DATE
Pasquale Ceruzzi terrà una presentazione "Investimenti in società ESG" in ALDAI sala Viscontea Sergio Zeme - via larga 31 - Milano

martedì 11 febbraio 2020 alle ore 17 

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