La diversità è ricchezza

Due obiettivi da fissare in cima all’agenda del Paese: rompere il soffitto di cristallo, aiutando le donne a raggiungere il traguardo di un’equità sostanziale, e aumentare le retribuzioni di tutti i cittadini

Stefano Cuzzilla 

Presidente Federmanager

“La diversità è ricchezza”: un’enunciazione predicata un po’ ovunque, spesso senza trovare adeguata applicazione, soprattutto nelle dimensioni sociali e lavorative. E dato che questo spazio non c’è o è molto ridotto, come purtroppo accade anche in alcuni convegni e occasioni di confronto, bisogna crearlo. Per tale ragione, mi riprometto di non partecipare più a eventi pubblici in cui non siano chiamate a intervenire le donne. “No women, no panel”, senza lasciare spazio a sotterfugi o espedienti per bypassare le tante personalità femminili che rivestono ruoli di primaria importanza.

La diversità è infatti una chiave essenziale per rispondere alla complessità del nostro tempo, che traspare in tutta la sua evidenza riflettendo, ad esempio, sull’emergenza retributiva che colpisce le diverse fasce della popolazione italiana.

Basta esaminare dati autorevoli, come quelli recentemente illustrati dall’Inapp: in Italia, tra il 1991 e il 2022, i salari reali sono cresciuti appena dell’1%, a fronte di una media Ocse pari al 32,5%.

Cifre che ci mettono in fuorigioco nella partita della competitività, se non corriamo al più presto ai ripari. Anche perché, come sottolineato dal Governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, il recupero del potere d’acquisto dei salari è fondamentale per sostenere i consumi e la ripresa economica.

E questo vulnus tutto italiano risulta ancor più grave se si guarda ai numeri che interessano l’occupazione femminile. Secondo i dati Inps, nel 2022 la differenza salariale tra uomini e donne, nel settore privato, è stata pari a quasi 8 mila euro l’anno.

È arrivato il momento di rompere il soffitto di cristallo, aiutando le donne a raggiungere il traguardo di un’equità sostanziale e non solo formale. Ma è arrivato, più in generale, il momento di scegliere in che direzione far andare il Paese.

Per aumentare le retribuzioni e il loro potere d’acquisto minacciato dalla scure dell’inflazione, è necessario intervenire con un taglio del cuneo fiscale strutturale, che produca effetti su tutti i redditi, compresi quelli più alti.

Altrimenti, le persone maggiormente capaci, quelle con ampie prospettive di carriera, vanno via, cercando all’estero i riconoscimenti che meritano. Non è un mistero che, negli ultimi anni, 10 giovani italiani su 100 abbiano lasciato il territorio nazionale.

Un’emorragia di competenze che, abbinata all’inverno demografico rilevato, rischia di compromettere seriamente l’avvenire di un Paese con un debito delle amministrazioni pubbliche oltre i 2.800 miliardi di euro.

La nostra organizzazione, impegnata a rilanciare la contrattazione collettiva e a promuovere quella di secondo livello, intende collaborare con le istituzioni per garantire ai cittadini un futuro a prova di crisi, con prospettive di crescita sostenibili. Come sempre, siamo pronti a lavorare, perché crediamo che dalle difficoltà possano sorgere grandi opportunità.

Articolo tratto da Progetto Manager
Archivio storico dei numeri di DIRIGENTI INDUSTRIA in formato pdf da scaricare, a partire da Gennaio 2013

I più visti

La fabbrica del benessere e del profumo: armonia e organizzazione

“L’azienda delle coccole”, così viene definita la Società “La Nordica” titolare del brand “White Castle”, un laboratorio artigianale di alta qualità con metodologie da grande impresa
01 agosto 2022

La svalutazione delle pensioni in Italia

Accorato intervento del Presidente CIDA alla conferenza stampa del 17 settembre 2025
01 dicembre 2025

Tagliare le pensioni: un cantiere che non si ferma mai

Quelli che erano stati presentati come provvedimenti temporanei si sono trasformati, con il passare del tempo, in regole stabili. E il risultato è sotto gli occhi di tutti: anno dopo anno il potere d’acquisto dei pensionati del ceto medio è stato progressivamente eroso. Il grafico – nell’articolo - lo racconta con chiarezza: un cantiere sempre aperto, dove ogni governo ha lasciato la sua impronta fatta di tagli, blocchi e riduzioni. Nel frattempo, sono in corso i lavori per preparare la prossima Legge di Bilancio, quella del 2026. Non sappiamo quali sorprese saranno riservate ai pensionati; ciò che invece conosciamo bene è quello che è accaduto negli anni passati. E non si tratta di un episodio isolato, ma di una storia che si ripete da troppo tempo. Per questo i pensionati non possono più limitarsi ad assistere, come spettatori, ai lavori di questo interminabile “cantiere”. È il momento di assumersi responsabilità collettive: unirsi, stringere alleanze, partecipare alle iniziative di tutela che saranno messe in campo. Perché i diritti non sono mai acquisiti una volta per tutte: resistono solo se vengono difesi, giorno dopo giorno
01 novembre 2025

Pensioni sotto attacco: la svalutazione continua

Da oltre venticinque anni le pensioni sono nel mirino: manovre di bilancio e decreti hanno stravolto la perequazione, riducendo il potere d’acquisto e colpendo soprattutto chi ha versato di più. Non è difesa di privilegi, ma di diritti: la pensione non è più un porto sicuro, e senza partecipazione attiva il peso del risanamento continuerà a gravare sui pensionati
01 novembre 2025

La riduzione dell'imposta sui redditi a confronto con la tassazione in Francia

La riduzione dell'aliquota dal 35% al 33% riconosce e valorizza il contributo del ceto medio allo sviluppo economico e sociale del Paese, ma non riduce lo spread fiscale con altri Paesi europei. In questo articolo l'analisi di quanto paghiamo in più rispetto ai francesi
01 dicembre 2025