Primo Maggio … "c’era una volta” …

Rinviate le celebrazioni e la tradizionale consegna delle Stelle al Merito del Lavoro. Covid-19 … ma quando ci ... lasci ? Mentre questa invocazione viene legittimamente sospirata ed auspicata, si deve anche prendere atto che tra le molteplici angosce che, questa pandemia ci ha procurato, ha anche sortito l‘effetto di “annullare” la Festa del Lavoro che celebriamo ogni primo maggio …

Stelle al merito del lavoro 2019

Mario Giambone

Maestro del Lavoro, Consigliere e Presidente Comitato Pensionati ALDAI-Federmanager
Tale ricorrenza, come tutte le circostanze che comportano valori e simboli da non far dimenticare, viene osservata come rispettoso riconoscimento all’effettivo contenuto di dignità sociale da svolgere e perseguire ! 

Già proprio Lavoro, parola fatidica che ci suscita non poche preoccupazioni, nell’istintiva necessità di averne la certezza, e non solo una  flebile speranza, di poter contare sulla continuità  di un lavoro da non perdere. Proprio per esaltarne gli effetti ed i risultati ottenuti in conseguenza ed in maniera costante, applicando e seguendo criteri di “ meritocrazia”,  da tempo viene conferito dal Presidente della Repubblica su proposta del Ministero del Lavoro, il significativo riconoscimento di Maestro del Lavoro, attraverso la consegna di un comprovante Diploma ed uno “splendente” distintivo raffigurante appunto un simbolo di appartenenza quale una Stella al Merito

In uno Stato come il nostro, appunto ispirato costituzionalmente al LAVORO, risulta coerente che si mantengano in vita ricorrenze ed iniziative atte a mantenere in vita   l’esaltazione di valori che identifichino, in maniera densa di  significati, le qualità espresse e messe al servizio del bene comune, da quanti vi hanno fedelmente profuso  impegno ed entusiasmo.

Tale tradizionale cerimonia, a sostegno dell’alto significato attribuito, viene appunto svolta e celebrata con la dovuta attenzione e partecipazione, nelle rispettive Sedi regionali nazionali, a ogni Primo Maggio!

... Ma non quest’anno, quindi rinviata a nuova data, come è stato confermato a seguito delle necessarie precauzioni da rispettare. Di conseguenza gli aspiranti a tale riconoscimento, le cui domande sono state presentate alle rispettive Direzioni Interregionali del Lavoro, dovranno tenerne conto, in attesa delle conseguenti comunicazioni. 

Al di là del valore  che viene espresso a tutti gli aspiranti in possesso dei requisiti previsti, per noi dirigenti, oltre ai risultati conseguiti in diretta risultanza con le individualità e specifiche competenze occorrenti,  esso vuole simboleggiare un riconoscimento che la Socialità Civile attribuisce alla Meritocrazia, valore proprio della nostra categoria,  attinente al ruolo che un Dirigente ha la propensione  di avere, ma che non sempre ne vede applicato il riconoscimento all’interno della circoscritta realtà operativa e quindi spesso viene disatteso.

Il termine per Noi è familiare ed ambito, vuole perseguire oltre a un  riconoscimento di meriti individuali, il successo negli studi, attinenza con le responsabilità del ruolo perseguito. Tutti  principi che dovrebbero essere fondamentali ed applicati con perseveranza  e coscienza, con uno spirito che deve andare oltre allo stato prettamente personale, con la propensione a poter anche trasmettere a chi deve seguirci, ai giovani cui indicare i sentieri  più affidabili, i principi in cui credere e la perseveranza nel perseguirli, al di là delle materiali difficoltà oggettive. 

Tale opportuna necessità è particolarmente perseguita dagli obiettivi cui si indirizza l’operato di un “Maestro del Lavoro”, da qualsiasi provenienza sia giunto, impegno verso il mondo dei giovani, e quindi della scuola, mantenere viva la predisposizione ad essere un esempio da perseguire, una guida da seguire.

Se appello possa essere lanciato o trasmesso è quello di essere confidenti su quanto sia stato fatto, impegnarsi a che la propria funzione possa essere di ausilio per chi ne avesse bisogno, ma anche quello di progredire assieme ed essere utili gli uni con gli altri e non disperdersi nella nostalgica amarezza che quanto è passato non esista più. 

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