Un biglietto per Strasburgo…
Da mesi, ormai, non si è mai smesso di promuovere e sostenere quello che si è considerato legittimo e doveroso attendersi. Naturalmente ci riferiamo alla lunga battaglia con la quale cerchiamo di mantenere viva l’azione di contrasto alle preoccupanti conseguenze derivanti dall’ormai progressiva avanzata alla “lotta alle pensioni in atto”!
Tanto tuonò che piovve!
Mario Giambone
Presidente Comitato Pensionati ALDAI
Non abbiamo mancato di aggiornare i lettori, attraverso le occasioni offerte dalla redazione della nostra bella rivista Dirigenti Industria, da tempo anche edita in versione on-line, di come sia stata mantenuta alta e costante l’attenzione sulla questione. Siamo ricorsi anche ad inviti di condivisione e compattezza citando brocardi, anche di… latina memoria.
Ci piace ricordare alcuni dei titoli che si sono susseguiti, da “Estote parati” che fin dal maggio 2016 incitava la categoria a "stare pronta" perché "Perseverare non è sempre diabolico" (novembre 2016), "Aspettando Godot" (maggio 2017) sostenendo che "Il lavoro non è una merce" (luglio 2017) e che "La corsa non è finita e il traguardo è tutto in salita" (novembre 2017). Infatti l’ultima sentenza, la n. 250/2017, decreta uno stop e quindi "Ci risiamo… corsa interrotta". L'esortazione a febbraio 2018 è “Nessun dorma…” preludio della proposta di ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo (CEDU).
I titoli citati sono significativi, letti in sequenza riassumono da soli gli sforzi e l'impegno con i quali il Comitato Pensionati si è dedicato a fronteggiare la situazione in modo serrato. Infatti dopo aver esperito i molteplici tentativi per far fronte alle circostanze che si sono succedute a valle dell’ormai nota sentenza della Corte Costituzionale, la n. 70/2015, che sembrava aver aperto uno spiraglio di ragionevolezza alle nostre istanze, la situazione non solo non ha avuto pratica chiarificazione, ma ha registrato ulteriori segnali di crescenti difficoltà, le cui conseguenze sono state sotto gli occhi di tutti.
Naturale quindi che si intensificassero le iniziative per sostenere una giusta protesta, manifestata attraverso comunicati esplicativi, anche a mezzo stampa, sostenuta con convincente slancio, da parte della Federazione.
Il Presidente Cuzzilla ha infatti inteso sostenere tale atteggiamento, oltre a quella promossa attraverso i media nazionali, anche attuando i frequenti contatti susseguitisi, con le differenti espressioni politiche, operanti nella fase pre-elettorale. Obiettivo attuato per sostenere e dar corpo alla totalità delle richieste emerse a carattere nazionale dalle varie realtà territoriali, decise con comune volontà a promuovere anche un ricorso in sede europea, che avesse la più efficace risonanza.
L’ampio giro di opinioni raccolte, conseguenti alle numerose occasioni succedute, ha evidenziato una sostanziale condivisione sulla necessità di rimarcare che un manager si impegna a fondo nel lavoro, che di fatto dedica risorse anche alla società, deve avere quindi legittimamente una garanzia che il “suo dopo” sia certo e che non si cambino le regole in corso d’opera! Ma la più significativa espressione di non voler cedere a quanto accaduto, ha preso corpo con la convinzione di promuovere un ricorso innanzi alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, CEDU, organo giurisdizionale internazionale, istituita dalla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, per assicurarne le applicazioni e il rispetto.
Alla CEDU possono essere avanzati sia ricorsi da parte degli Stati contraenti sia ricorsi individuali in cui si lamenti la violazione di una delle disposizioni della Convenzione o dei suoi protocolli addizionali. Pertanto con tutte le migliori intenzioni e dopo aver ben valutato tale possibilità, si sono sollecitamente svolte le opportune verifiche sia riguardanti i contenuti e le precondizioni necessari sia per gli aspetti procedurali da eseguire.
Da parte di tutte le sedi Federmanager sono state esposte comunicazioni e puntualizzazioni, a partire dal mese di aprile scorso, ed ampiamente diffuse dettagliatamente dalle versioni digitali della nostra Rivista assolve essenzialmente anche una buona opportunità di rimanere ”testimonianza stabile” di quanto è stato svolto, anche a memoria futura.
Al riguardo, da queste pagine, si ritiene opportuno nonché doveroso, indirizzare una concreta testimonianza a quanti si sono adoperati al conseguimento di tale tempestiva iniziativa, senza distinzione di genere tra noi soci elettivi – impegnati in maniera diretta – e quanti costituiscono il folto gruppo di addetti che rappresentano la valida struttura operativa, deputata a realizzare nel concreto l’aspetto pratico delle decisioni assunte.
Penso che tutti noi avremmo certamente preferito pensare a un viaggio in Europa con finalità diverse, magari storiche e culturali…, invece siamo in attesa di una metaforica "ultima chiamata d'imbarco" per ricorrere alle nostre legittime rivendicazioni, confidando nella migliore sorte per le nostre istanze.
Se non avessi ancora letto le informazioni sul ricorso contro la mancata perequazione delle pensioni potrai trovarle cliccando il titolo "Ricorso a tutela dei diritti dei pensionati"
01 maggio 2018